
Scia, i progettisti chiedono una legge coordinata col Testo Unico
NORMATIVA
Scia, i progettisti chiedono una legge coordinata col Testo Unico
Gli operatori lamentano interpretazioni incerte e dubbi irrisolti, Chinè: ‘la Dia non funziona, largo alle semplificazioni’
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del 05/11/2013
20/10/2010 - Riscrivere il testo legislativo sulla Scia per coordinarlo al Testo Unico dell’edilizia. È la richiesta avanzata dai progettisti a Giuseppe Chiné, capo ufficio legislativo del ministero per la Semplificazione, intervenuto a Roma ad una conferenza dell’Ordine degli architetti per fornire interpretazioni normative univoche sul funzionamento della segnalazione certificata di inizio attività.
Il bisogno di chiarezza è stato formulato dal Consiglio nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori anche in due lettere indirizzate al ministero per la Semplificazione e della Pubblica Amministrazione. L’ordine, oltre alle posizioni disomogenee sul territorio italiano, ha lamentato le incertezze degli operatori professionali, che temono di assumersi responsabilità in presenza di interpretazioni normative in continua evoluzione.
Secondo Paolo Stella Richter, docente di diritto amministrativo alla Luiss di Roma, la nota con cui il Ministero della Semplificazione ha chiarito che la Scia sostituisce la Dia in edilizia sarebbe contraddittoria. L’incertezza riguarderebbe anche la natura della Scia, che potrebbe essere classificata come titolo abilitativo o provvedimento. A confondere ulteriormente il panorama c’è il fatto che il Dpr 380/2001 resta in vigore, potendo essere modificato solo dal legislatore e non dal Ministero.
Di parere opposto Giuseppe Chiné, per il quale le semplificazioni introdotte mirano a migliorare le condizioni lavorative dei progettisti e a rilanciare il mercato dell’edilizia alla luce del cattivo funzionamento della Dia.
Situazione attuale
Dopo i dubbi sulla possibile applicazione della Scia all’edilizia e le differenti posizioni assunte dagli Enti Locali, il Ministero per la Semplificazione Normativa è intervenuto con una circolare in cui ha ribadito la possibilità di ricorrere alla procedura semplificata in luogo della Dia anche per i lavori edili (Leggi Tutto).
Difficoltà evidenziate
Fin da subito l’Ance ha messo in luce il mancato coordinamento con il Testo Unico dell’edilizia, in particolare con gli articoli 22 e 23 sulla Dia, e con le norme regionali. Problema che per il Ministero si risolve con la sostituzione automatica tranne che in casi particolari. La sostituzione non è infatti ammessa nel caso di Dia utilizzata in alternativa al permesso di costruire (Super-Dia).
Un’altra fonte di incertezza, rappresentata dall’applicabilità agli immobili vincolati, per i quali era stata ipotizzata l’impossibilità di presentare la Scia e il conseguente ritorno al permesso di costruire, è stata risolta attribuendo l’onere di allegare alla segnalazione lo specifico atto di assenso dell’ente preposto alla tutela del vincolo.
Dubbi irrisolti
Permangono però alcuni dubbi di ordine operativo, evidenziati dalla nota interpretativa dell’Ance. Come la possibilità di convocare la conferenza di servizi nel caso in cui l’intervento da sottoporre a Dia sia soggetto a un vincolo la cui tutela non compete all’amministrazione comunale.
Un altro problema è rappresentato dal coordinamento con le norme regionali. Le Regioni nell’immediato potrebbero adottare delle proprie linee guida per precisare gli aspetti critici e fornire le indicazioni necessarie per l’applicazione della SCIA e successivamente adottare nuove leggi regionali, ove necessario.
Il bisogno di chiarezza è stato formulato dal Consiglio nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori anche in due lettere indirizzate al ministero per la Semplificazione e della Pubblica Amministrazione. L’ordine, oltre alle posizioni disomogenee sul territorio italiano, ha lamentato le incertezze degli operatori professionali, che temono di assumersi responsabilità in presenza di interpretazioni normative in continua evoluzione.
Secondo Paolo Stella Richter, docente di diritto amministrativo alla Luiss di Roma, la nota con cui il Ministero della Semplificazione ha chiarito che la Scia sostituisce la Dia in edilizia sarebbe contraddittoria. L’incertezza riguarderebbe anche la natura della Scia, che potrebbe essere classificata come titolo abilitativo o provvedimento. A confondere ulteriormente il panorama c’è il fatto che il Dpr 380/2001 resta in vigore, potendo essere modificato solo dal legislatore e non dal Ministero.
Di parere opposto Giuseppe Chiné, per il quale le semplificazioni introdotte mirano a migliorare le condizioni lavorative dei progettisti e a rilanciare il mercato dell’edilizia alla luce del cattivo funzionamento della Dia.
Situazione attuale
Dopo i dubbi sulla possibile applicazione della Scia all’edilizia e le differenti posizioni assunte dagli Enti Locali, il Ministero per la Semplificazione Normativa è intervenuto con una circolare in cui ha ribadito la possibilità di ricorrere alla procedura semplificata in luogo della Dia anche per i lavori edili (Leggi Tutto).
Difficoltà evidenziate
Fin da subito l’Ance ha messo in luce il mancato coordinamento con il Testo Unico dell’edilizia, in particolare con gli articoli 22 e 23 sulla Dia, e con le norme regionali. Problema che per il Ministero si risolve con la sostituzione automatica tranne che in casi particolari. La sostituzione non è infatti ammessa nel caso di Dia utilizzata in alternativa al permesso di costruire (Super-Dia).
Un’altra fonte di incertezza, rappresentata dall’applicabilità agli immobili vincolati, per i quali era stata ipotizzata l’impossibilità di presentare la Scia e il conseguente ritorno al permesso di costruire, è stata risolta attribuendo l’onere di allegare alla segnalazione lo specifico atto di assenso dell’ente preposto alla tutela del vincolo.
Dubbi irrisolti
Permangono però alcuni dubbi di ordine operativo, evidenziati dalla nota interpretativa dell’Ance. Come la possibilità di convocare la conferenza di servizi nel caso in cui l’intervento da sottoporre a Dia sia soggetto a un vincolo la cui tutela non compete all’amministrazione comunale.
Un altro problema è rappresentato dal coordinamento con le norme regionali. Le Regioni nell’immediato potrebbero adottare delle proprie linee guida per precisare gli aspetti critici e fornire le indicazioni necessarie per l’applicazione della SCIA e successivamente adottare nuove leggi regionali, ove necessario.