Qualità architettonica, i progettisti rivendicano più centralità
14/03/2011 - Valorizzare la fase della progettazione nei processi di trasformazione del territorio, restituendo un ruolo centrale al progettista. Anche a costo di modificare il Codice Appalti. È il contenuto della proposta di legge per la qualità architettonica, sostenuta dagli Ordini degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori delle Province di Ancona, Arezzo, Cagliari, Caserta, Catania, Cuneo, Fermo, Ferrara, Firenze, Latina, Lucca, Matera, Modena, Oristano, Parma, Piacenza, Pisa, Potenza, Prato, Ravenna, Reggio Emilia, Roma, Savona, Siena, Terni e Torino.
Secondo gli ordini, in Italia il progressivo indebolimento della fase di progettazione nei processi di trasformazione del territorio causa difficoltà nella realizzazione di architetture di qualità.
Dalla Legge Merloni ad oggi, lamentano gli ordini degli architetti, i provvedimenti legislativi sulla progettazione delle opere pubbliche hanno via via emarginato la figura del progettista, che si è ridotto a soggetto terzo del sistema di produzione edile, “schiacciato tra gli interessi della committenza e gli interessi dell’impresa”.
La dimostrazione di quanto affermato dagli architetti consisterebbe nel fatto che dal 2009 al 2010 il ricorso all’appalto integrato come forma di realizzazione dei lavori pubblici ha visto un incremento del 56,4% mentre i concorsi di progettazione sono diminuiti del 17,6%. I dati confermano le rilevazioni effettuate dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri.
Gli ordini degli architetti, riuniti per la proposta di legge, denunciano inoltre l’esclusione di molti liberi professionisti dalla progettazione delle opere pubbliche a causa di regole che, invece di valorizzare il progetto come prestazione intellettuale, guardano solo ai fatturati, al numero di dipendenti o ai ribassi di parcella.
Un situazione a causa della quale l’Italia si differenzia dal resto d’Europa, dove il concorso rappresenta la procedura prioritaria per la scelta dei migliori progetti di opere pubbliche.