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Fotovoltaico, in Puglia accordo per l’anagrafe degli impianti

Fotovoltaico, in Puglia accordo per l’anagrafe degli impianti

Vendola: maggiore tutela del paesaggio passando ai pannelli sulle coperture di industrie, scuole e ospedali

Vedi Aggiornamento del 17/01/2012
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 17/01/2012
16/03/2011 - Effettuare una completa ricognizione degli impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e supportare lo sviluppo delle fonti alternative evitando eccessivi carichi per il territorio. È il contenuto dell’intesa siglata da Regione Puglia, Province e Anci, che mira a costituire una anagrafe del fotovoltaico.
 
Secondo il Presidente della Regione Nichi Vendola, per continuare nella direzione di uno sviluppo economico senza inquinamento e attento al paesaggio, in grado di garantire la crescita dei posti di lavoro, è necessario omogeneizzare le attività istituzionali. Ma non solo. Per una maggiore tutela del territorio la Regione ha ribadito la volontà di passare dal fotovoltaico a terra a quello in aria, posizionando i pannelli su scuole, ospedali e capannoni industriali.
 
Fino a dicembre 2010, ai sensi  del D.lgs 387/2003, sono stati autorizzati impianti per un totale di 2154,53 Mw, di cui 1248 Mw da fonte eolica, 676,53 Mw da fonte fotovoltaica e 230 Mw da biomasse. A questi vanno aggiunti gli impianti assentiti con Dia ai sensi delle L.R. 1/2008 e L.R. 31/2008, successivamente dichiarata in parte incostituzionale con la sentenza 119/2010.
 
Dato che finora non è stato possibile ottenere dai comuni i dati su numero di Dia presentate e impianti realizzati nei termini di legge, è stato stipulato un accordo che consentirà di dar vita a una vera e propria anagrafe in base alla quale valutare gli effetti degli insediamenti e le attività di programmazione, che devono tenere in considerazione i carichi ambientali sul territorio.
 
Per Vendola i controlli congiunti sono necessari soprattutto in riferimento alle Dia presentate dalle imprese e alle autorizzazioni di impianti di potenza inferiore ai 3 megawatt, per i quali non è prevista la Via, valutazione di impatto ambientale. Situazione a causa della quale si potrebbe incorrere nella “compravendita di Dia”. Un gruppo imprenditoriale potrebbe cioè comprare diversi mega acquisendo procedimenti amministrativi singoli.
 
L’intesa è stata accolta favorevolmente come un ulteriore passo verso l’aggiornamento del Piano Energetico Ambientale.
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