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Dia e Scia, come difendersi dagli interventi dannosi

Dia e Scia, come difendersi dagli interventi dannosi

Una panoramica del CdS sulla natura e le possibilità di impugnare i titoli abilitativi

Vedi Aggiornamento del 31/01/2012
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 31/01/2012
31/08/2011 - Come tutelarsi dagli effetti di interventi realizzati con Dia o Scia. Si è occupato di questo tema il Consiglio di Stato, che con la decisione 15/2011 del 29 luglio scorso ha fatto luce sui dubbi interpretativi che gravano sulla natura giuridica dei titoli abilitativi.
 
In base a quanto emerge dalla sentenza e dalle interpretazioni degli esperti, il soggetto che si ritiene danneggiato dai lavori può esperire in primo luogo un’azione impugnatoria entro i termini, che decorrono dalla piena conoscenza del danno, cioè dal momento in cui la costruzione rivela le sue caratteristiche essenziali.
Il tutto può essere accompagnato dall’azione di condanna della Pubblica amministrazione all’esercizio del potere inibitorio.
 
Nel lasso di tempo precedente al momento in cui la Dia o la Scia producono effetti, il soggetto che si ritiene leso può esperire un’azione di accertamento sulla conformità degli interventi alle normative vigenti.
 
I giudici del CdS hanno spiegato che Dia e Scia consistono in una semplificazione delle procedure e non sono soggette ad autorizzazione. Chi presenta una Dia o una Scia ha infatti una posizione soggettiva che consente di realizzare l’attività dopo aver contattato l’Amministrazione competente.
 
Dia e Scia non avrebbero quindi la natura di provvedimento amministrativo. Al contrario, il permesso di costruire, che secondo il Decreto Sviluppo 70/2011 si perfeziona con il silenzio assenso, si identifica come tale.
 
La Dia e la Scia, quindi, rappresentano un provvedimento “per silentium”, con cui l’Amministrazione, riscontrando la conformità alla legge delle attività, non impedisce l’inizio o la prosecuzione dei lavori.
 
Secondo altre tesi giurisprudenziali, invece, la Dia e la Scia avrebbero valore di provvedimento amministrativo, essendo quindi direttamente impugnabili. La teoria si basa sull’analogia col permesso di costruire, in base al quale l’unica differenza sarebbe rappresentata dal procedimento, ma non dalla sostanza.
 
La manovra di ferragosto ha rafforzato la prima scuola di pensiero, sostenendo che ad essere direttamente impugnabili non sono Dia e Scia, ma l’eventuale inerzia dell’Amministrazione chiamata ad accertare la natura del danno.
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