19/06/2012 - Marcia indietro sull’esenzione triennale dall’Imu a favore degli immobili appartenenti alle imprese e rimasti invenduti. Secondo quanto emerge da fonti di agenzia, la misura sarebbe rimasta fuori dal
decreto per la crescita del Paese, approvato venerdì scorso dal Consiglio dei Ministri. Dell’agevolazione per le imprese di costruzione non c’è traccia nemmeno nel documento riassuntivo diramato dal Governo al termine del CdM.
Come riportato dall’Asca, il Presidente della Sezione Edilizia di Ance Cosenza, Natale Mazzuca, avrebbe espresso preoccupazione per la mancata attivazione della norma, studiata per non appesantire ulteriormente il settore edile, già gravato dalla crisi, che rallenta il ritmo delle compravendite.
Complessivamente, però, è positivo il giudizio sul decreto. Secondo l’Ance nazionale, il Piano città rappresenta infatti un segnale concreto per la crescita e il sostegno di tutta l’economia.
Per rilanciare il settore costruzioni, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti predispone un
piano nazionale per le città, dedicato alla riqualificazione delle aree urbane degradate e istituisce con decreto una cabina di regia per l’analisi delle proposte di Contratti di valorizzazione urbana inviate dai Comuni.
Le proposte dei Comuni devono indicare le caratteristiche e l’ambito urbano oggetto di trasformazione e valorizzazione, gli investimenti ed i finanziamenti necessari, i soggetti interessati, le eventuali premialità, il programma temporale e la fattibilità tecnico-amministrativa.
La Cabina di regia seleziona le proposte in base alla immediata cantierabilità delle opere, alla capacità di coinvolgimento di soggetti e finanziamenti pubblici e privati e alle possibilità di miglioramento urbano.
Successivamente, la Cabina di regia definisce gli investimenti attivabili e propone al Ministero delle infrastrutture la destinazione delle risorse del Fondo istituito per l’attuazione degli interventi a decorrere dall’esercizio finanziario 2012 fino al 31 dicembre 2017. Nel fondo confluiscono le risorse non utilizzate o provenienti da revoche, derivanti dai programmi di edilizia di competenza del Ministero delle infrastrutture.
Il sostegno all’edilizia arriva anche dai
project bond, il cui obiettivo è l’attrazione dei capitali privati per la realizzazione di infrastrutture. Si tratta di obbligazioni emesse dalle società di progetto, che diventano appetibili per gli investitori dal momento che il trattamento fiscale degli interessi pagati dal concessionario sui project bond è equiparato a quello degli interessi pagati sui finanziamenti bancari. Allo stesso tempo, l’aliquotadi ritenuta sugli interessi percepiti dal sottoscrittore è equiparataa quella attualmente prevista per i titoli di Stato, parial12,50%.
Al momento i project bond sono previsti dalla normativa vigente, ma non sono diffusi sul
Mercato perché mancano adeguati incentivi che compensino il rischio legato alla realizzazione delle infrastrutture cui l’obbligazione è connessa.