
Per la rendita catastale fondamentali tessuto urbano e servizi
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NORMATIVA
Per la rendita catastale fondamentali tessuto urbano e servizi
Cassazione: necessario indicare le caratteristiche dell’immobile, non solo la zona in cui si trova
Vedi Aggiornamento
del 13/12/2017
Vedi Aggiornamento del 13/12/2017
23/07/2012 - Per l’attribuzione o la modifica della rendita catastale bisogna fare riferimento al tessuto urbano in cui è situato l’immobile, ai servizi disponibili e allo stato di conservazione dell’edificio. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza 9113/2012, con cui è stato chiarito che non è sufficiente indicare in modo generico la zona in cui l’immobile si trova, ma bisogna indicarne anche le caratteristiche.
La Cassazione ha esaminato il caso di un immobile al quale era stata attribuita una rendita dalla Commissione regionale solo sulla base della sua ubicazione centrale. La Commissione non aveva preso in considerazioni altri elementi, che secondo la Cassazione sono invece importanti per tracciare un quadro complessivo della situazione del fabbricato.
Dal momento che era stato anche accertato lo stato di degrado del fabbricato, il suo saggio di fruttuosità era stato abbassato dal 2% all’1,5%. Una scelta che la Cassazione ha giudicato illogica ricordando che non è ammesso nessun potere discrezionale sull’individuazione del tasso di interesse da applicare al capitale fondiario, ma ci si deve rifare ai moltiplicatori previsti dalle normative in vigore.
Ricordiamo che ormai da tempo è in fase di definizione la riforma del Catasto, che consentirà di determinare le rendite in modo più semplice e oggettivo, allineandosi ai valori di mercato.
Nel nuovo sistema, il valore patrimoniale medio per le unità immobiliari a destinazione catastale ordinaria sarà basato sul metro quadro e funzioni statiche per esprimere la relazione tra il valore di mercato, la localizzazione e le caratteristiche edilizie dei beni per ciascuna destinazione catastale e per ciascun ambito territoriale.
La Cassazione ha esaminato il caso di un immobile al quale era stata attribuita una rendita dalla Commissione regionale solo sulla base della sua ubicazione centrale. La Commissione non aveva preso in considerazioni altri elementi, che secondo la Cassazione sono invece importanti per tracciare un quadro complessivo della situazione del fabbricato.
Dal momento che era stato anche accertato lo stato di degrado del fabbricato, il suo saggio di fruttuosità era stato abbassato dal 2% all’1,5%. Una scelta che la Cassazione ha giudicato illogica ricordando che non è ammesso nessun potere discrezionale sull’individuazione del tasso di interesse da applicare al capitale fondiario, ma ci si deve rifare ai moltiplicatori previsti dalle normative in vigore.
Ricordiamo che ormai da tempo è in fase di definizione la riforma del Catasto, che consentirà di determinare le rendite in modo più semplice e oggettivo, allineandosi ai valori di mercato.
Nel nuovo sistema, il valore patrimoniale medio per le unità immobiliari a destinazione catastale ordinaria sarà basato sul metro quadro e funzioni statiche per esprimere la relazione tra il valore di mercato, la localizzazione e le caratteristiche edilizie dei beni per ciascuna destinazione catastale e per ciascun ambito territoriale.
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