14/02/2013 - bsp;- Fermare il declino economico e sensibilizzare le forze politiche in vista delle elezioni. Si è svolta ieri con questo obiettivo la Giornata della Collera, organizzata a Milano da Assimpredil Ance.
Il selciato di piazza Affari è stato punteggiato da 10 mila caschetti gialli da lavoro in segno di protesta pacifica contro l’abbassamento della produttività.
Accanto all'associazione organizzatrice hanno preso parte alla protesta Acai, Anit, Aspesi, Assogesso, Assoimmobiliare, Assolombardia, Assomalte, Casartigiani Lombardia, Cna, Confartigianato, Confindustria Alto Milanese, Confindustria Monza e Brianza, Consulta Regionale dei geometri, Croil, Federcomated, Fimaa, Uncsaal, Unione Artigiani, Confcommercio.
Oltre ai rappresentanti delle Associazioni che hanno promosso l'evento, sono intervenuti diversi esponenti del mondo politico e istituzionale: Umberto Ambrosoli, Nichi Vendola, Carlo Dell’Aringa, Gian Luca Galletti, Maurizio Lupi, Oscar Giannino, Roberto Maroni, Giuliano Pisapia, Guido Podestà e in collegamento telefonico il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi.
Tra gli interventi, il presidente di Confindustria
Giorgio Squinzi ha affermato che le imprese fanno sentire il loro stato d'animo che non può essere benevolo. Per Squinzi si tratta di un grido d'allarme per riportare la politica al dovere di arrestare il declino e rilanciare la crescita.
Secondo il ministro dell'Economia,
Vittorio Grilli, bisogna “restare vigili perché nonostante i segnali incoraggianti la ripresa globale resta fragile”.
Per il deputato Pd
Ermete Realacci, se si vuole rilanciare il settore bisogna partire dalla qualificazione energetica e dalla messa in sicurezza del patrimonio edilizio esistente, dalla manutenzione del territorio, cominciando dalle piccole opere, dalla stabilizzazione ed estensione dell’eco-bonus del 55% agli interventi di stabilizzazione statica, dall’esenzione dal patto di stabilità per i Comuni che hanno risorse da investire per la riqualificazione energetica e antisismica del patrimonio edilizio pubblico esistente.
A detta del presidente Ance,
Paolo Buzzetti, visto che la crisi ha raggiunto anche le aree più ricche del Paese è ora di voltare pagina; la politica economica deve tornare a investire nell’edilizia dopo gli sforzi fatti dal Ministro Passera e dal viceministro Ciaccia.
Per
Corrado Bertelli, Presidente Uncsaal, per la crescita sono fondamentali alcuni punti, come la qualità edilizia dei prodotti, dei sistemi e dell’edificio, la riqualificazione energetica, statica e acustica del patrimonio immobiliare esistente, la conferma del 55% e l’efficienza energetica nelle nuove costruzioni.
Secondo il presidente di Assimpredil Ance
Claudio De Albertis, le imprese dopo aver resistito sono ormai allo stremo perchè nessuna possibilità di invertire il ciclo economico. Per risolvere la situazione a suo avviso è importante mettere fuori dal mercato chi fa l’imprenditore edile senza requisiti professionali, senza capacità patrimoniale adeguata, senza reputazione e rispetto delle regole e dei propri lavoratori. Allo stesso tempo, però, lo Stato deve svolgere un ruolo di sorveglianza e di controllo. Come affermato dagli organizzatori, infatti, nel quinquennio 2008 - 2012 c’è stata una riduzione degli investimenti nelle costruzioni del 26%, con un calo del 47% per le nuove costruzioni e del 39% per le opere pubbliche. I 43 miliardi di euro in meno hanno inoltre riportato i livelli di produzione a quelli di 40 anni fa.
Dall’inizio della crisi, infatti, oltre 40mila imprese sono state chiuse e sono 360 mila i posti di lavoro persi, che arrivano a 550 mila se si considerano anche i settori collegati.
Nel corso della giornata è stato presentato il
Manifesto condiviso da tutti gli Enti e Associazioni coinvolti, che esprime la necessità di mettere in campo misure strutturali per rilanciare il settore.
Come si legge nel Manifesto, le politiche dovrebbero essere orientate prevalentemente al mercato residenziale, con interventi per il miglioramento della qualità abitativa e il contenimento energetico degli edifici.
Altrettanto importante è la denuncia contro i ritardati pagamenti, la difficoltà di accesso al credito e la necessità di alleggerimento del carico fiscale, elementi che secondo il Manifesto hanno decimato le imprese operanti in Italia.
L’iter che dovrebbe essere avviato verte invece su un approccio innovativo, capace di rispondere a una domanda sempre più esigente e attenta alle caratteristiche prestazionali dei prodotti.