28/08/2015 - I regolamenti edilizi comunali non possono modificare i concetti di ristrutturazione, ricostruzione e nuova costruzione. Questa possibilità potrebbe infatti incidere sul rispetto delle distanze legali tra le costruzioni. La spiegazione è arrivata con la sentenza 17043/2015 della Cassazione.
Distanze e classificazione degli interventi edilizi
I giudici hanno ricordato che per
ristrutturazione si intende un intervento in cui rimangono invariate le componenti essenziali dell’immobile, cioè i muri perimetrali, le strutture orizzontali e la copertura.
Allo stesso tempo, la Cassazione ha spiegato che nelle
ricostruzioni devono essere ripristinate le stesse dimensioni dell’edificio preesistente. In altre parole, non può esserci un aumento della superficie o della volumetria, perché in tal caso ci si ritroverebbe di fronte a una
nuova costruzione.
Capire l’esatta classificazione degli interventi è importante per il rispetto delle
distanze legali dal confine tra due proprietà. Solo le ristrutturazioni e le fedeli ricostruzioni sono esonerate, mentre le nuove costruzioni devono rispettarle.
La Cassazione ha affermato che è sufficiente constatare l’aumento della superficie o della volumetria per escludere che l’intervento sia una ristrutturazione, esonerata dall’osservanza delle distanze legali.
Distanze, i regolamenti edilizi comunali e classificazione degli interventi
I giudici hanno aggiunto che i regolamenti comunali, anche nel caso in cui prevedano delle
soglie di incremento edilizio, non possono porsi in contrasto con questi principi.
Sulla base di queste considerazioni è stato disposto l’abbattimento di un edificio, ricostruito con incremento della volumetria, anche se il regolamento edilizio comunale non classificava un simile intervento come nuova costruzione.
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