Rigenerazione urbana: intesa tra Demanio e Agenzia per i Giovani
12/04/2016 - Riqualificare e riutilizzare gli spazi pubblici abbandonati per riconsegnarli alla collettività e per sostenere la partecipazione e l’inclusione sociale delle nuove generazioni.
Questo lo scopo del Protocollo d’intesa firmato ieri da Roberto Reggi, Direttore dell’Agenzia del Demanio e Giacomo D’Arrigo, Direttore Generale dell’Agenzia Nazionale per i Giovani.
Riutilizzo spazi pubblici: il protocollo d’intesa
L’intesa mira a sviluppare un progetto di collaborazione tra giovani cittadini e amministrazioni: lo scopo è valorizzare beni pubblici inutilizzati sviluppando attività di inclusione sociale, partecipazione attiva e autoimprenditorialità per sostenere i giovani nel percorso di inserimento lavorativo.
Le attività previste vogliono dare applicazione concreta al principio di sussidiarietà dell’ art. 118 della Costituzione, che stabilisce che Stato ed Enti Territoriali sviluppino la coesione sociale delle comunità attraverso l’impegno dei cittadini, singoli e associati, e la partecipazione a progetti territoriali.
L’obiettivo è coinvolgere, quindi, le nuove generazioni nelle iniziative di rigenerazione urbana, attraverso il riuso, anche temporaneo, di immobili o terreni abbandonati, con l’avvio di iniziative legate al mondo dell’arte, della cultura, dell’agricoltura, dell’imprenditorialità sociale e dell’associazionismo.
Rigenerazione urbana: il progetto pilota
L’accordo prevede, inoltre, lo studio di un progetto pilota di riqualificazione di uno spazio pubblico, come contenitore di nuove attività imprenditoriali attraverso la partecipazione di giovani, favorendo così l’occupazione e il processo di innovazione del Paese.
Le parti si impegnano infine a diffondere le buone pratiche e le esperienze di partecipazione attiva intraprese sul territorio, favorendo così l’occupazione giovanile in tutti i settori strategici del Paese, a partire dal rilancio dell’economia agricola fino allo sviluppo di start up a forte contenuto tecnologico e innovativo.
Questo consentirà di elaborare linee guida e modelli che incentivino la nascita di nuove iniziative di rifunzionalizzazione, anche attraverso il reperimento di fonti di finanziamento di natura etica.