04/11/2016 - Rinforzare il disegno di legge sul consumo di suolo attraverso una fiscalità che renda meno conveniente l’urbanizzazione di aree agricole e più agevole il recupero di aree urbane dismesse.
Questi alcuni suggerimenti esposti dall'Istituto Nazionale di Urbanistica (Inu), in audizione al Senato presso le commissioni Agricoltura e Ambiente, al fine di rendere più efficace il
Ddl sul consumo di suolo.
Consumo di suolo: la fiscalità favorisca il riuso
Per conto dell'Inu ha parlato Andrea Arcidiacono, docente del dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, che ha segnalato l’aspetto più importante per il successo del ddl: la
fiscalità volta alla rigenerazione e al riuso della città esistente.
Secondo Arcidiacono, infatti, è “impossibile immaginare di fare una politica efficace se non si investe sulla rigenerazione e sul riuso”. Nella legge però si parla genericamente d’incentivi, invece bisognerebbe introdurre “
obblighi di riuso”, come avviene in altri paesi in cui non vengono concessi altri spazi se non si recupera almeno l’80% del patrimonio urbano dismesso.
Per l’Inu manca quindi una norma specifica che
renda meno conveniente l’urbanizzazione dei suoli liberi e più appetibile la riconversione di quelli dismessi.
Consumo di suolo e oneri di urbanizzazione
L’Inu ha anche suggerito di anticipare, nella
Legge di Bilancio 2017, la norma che obbliga i Comuni ad utilizzare gli
oneri di urbanizzazione solo per opere d’interesse collettivo, e non per pagare le spese correnti, come è avvenuto negli anni passati.
Sono stati segnalati altri miglioramenti sul fronte delle definizioni; l’Inu ha chiesto che la
definizione di consumo di suolo “sia allineata con le indicazioni europee, al fine di rendere confrontabili le politiche”.
Sempre sul fronte delle definizioni, Andrea Arcidiacono invita a tenere
in considerazione il concetto di urbanizzazione, oltre che di quello di impermeabilizzazione. Quest’ultima, infatti, permette di verificare gli impatti territoriali del consumo di suolo sugli ecosistemi, mentre la pianificazione urbanistica è l’unico livello di monitoraggio da
utilizzare in termini preventivi per misurare gli impatti previsti e poter prevenire il consumo di suolo.