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Ingegneri, CNI: tra i più richiesti dalle imprese

Ingegneri, CNI: tra i più richiesti dalle imprese

Nonostante l’elevato numero di disoccupati, il Centro Studi CNI rileva oltre 11 mila posizioni aperte per laureati in ingegneria

Vedi Aggiornamento del 27/02/2020
Ingegneri, CNI: tra i più richiesti dalle imprese
di Alessandra Marra
Vedi Aggiornamento del 27/02/2020
03/08/2018 - Qual è il fabbisogno di laureati in ingegneria in Italia? Secondo le analisi del Centro Studi del Consiglio Nazionale Ingegneri (CNI), gli ingegneri sono tra i più richiesti dalle imprese, come dimostrano le 11.180 posizioni di lavoro aperte per la categoria professionale.  
 

Ingegneri e mercato del lavoro

Le analisi del Centro Studi CNI (elaborate sulla base delle ultime rilevazioni del Sistema Informativo Excelsior) indicano che, dall’inizio del 2018, le previsioni sulla domanda di ingegneri da parte del mercato del lavoro si sono attestate su livelli piuttosto elevati: 20.510 posizioni aperte nei primi tre mesi dell’anno, per poi mantenersi intorno alle 11.000 unità nei trimestri successivi.
 
Tra i laureati, gli ingegneri continuano ad essere il secondo gruppo professionale, dopo i laureati in materie economiche, maggiormente richiesto dalle imprese, sia in ambito privato che pubblico. A giugno 2018, su un fabbisogno totale di 46.690 laureati, il 25% riguarda persone con laurea in campo economico ed il 24% riguarda laureati in ingegneria: in valore assoluto, le posizioni aperte per i laureati in economia sono 11.670 e quelle per gli ingegneri sono 11.180.
 
Il maggior numero di posizioni aperte riguarda i laureati in ingegneria elettronica e dell’informazione (quasi il 40% della domanda di ingegneri a giugno 2018), seguiti dagli ingegneri industriali (26,0%). Secondo il, CNI questi dati ben descrivono le attuali dinamiche settoriali del nostro Paese, con una crescita, anche degli investimenti, del comparto legato alle ICT, ai processi di digitalizzazione ed alla gestione e protezione dei dati.
 
Il mercato sembra aprire opportunità crescenti anche alle figure tecniche operanti nella progettazione: alla fine del 2017 le posizioni richieste dalle aziende per ricoprire ruoli nelle ”aree tecniche e della progettazione” erano quasi 40.000 mentre per il periodo giugno-agosto 2018 risultano pari a poco più di 60.000 unità, con un incremento del 51%.
 

Ingegneri: richiesti dalle imprese ma difficili da trovare

I dati sulla domanda di lavoro, secondo il CNI, rilevano alcune contraddizioni del mercato del lavoro: se gli ingegneri continuano ad essere tra le figure più ricercate in Italia, essi sono anche quelli che le imprese dichiarano di reperire con maggiore difficoltà, soprattutto per il ridotto numero di candidati, più che per inadeguatezza a ricoprire il ruolo proposto.
 
Nelle rilevazioni di giugno 2018 si evidenzia che: il 52% delle imprese che necessita di ingegneri elettronici e dell’informazione ha difficoltà di reperimento; il 53% non riesce a trovare ingegneri industriali, il 42% ha difficoltà a reperire ingegneri di altri ambiti di specializzazione (es. ingegneri gestionali, chimici, biomedici). Bisogna tenere presente che il tasso di difficoltà medio di reperimento per le figure con laurea è del 34,3%, quindi, sebbene elevato, comunque considerevolmente più basso di quello che caratterizza l’ingegneria.
 
Armando Zambrano, Presidente del Consiglio Nazionale Ingegneri ha dichiarato: “Francamente fa riflettere, perché sembra ai limiti del paradosso il fatto che il nostro Paese registra ancora elevati livelli di disoccupazione, soprattutto giovanile, e che allo stesso tempo più della metà delle aziende che cerca un ingegnere (o qualunque altra figura professionale), sembra avere serie difficoltà a trovarlo. C’è qualcosa che non funziona: dobbiamo capire cosa e dobbiamo anche farlo in fretta”.
 
 “A questo punto o le aziende impongono requisiti troppo elevati e, quindi, poco realistici, o le Università formano figure tecniche in modo inappropriato. Io penso realisticamente, che la verità stia nel mezzo e che un maggiore dialogo tra Università, impresa e, anche, sistema ordinistico sia necessario. Mantenere questo disallineamento tra domanda e offerta altro non è che un enorme spreco di capitale umano, di valore e di opportunità che il nostro Paese non può più permettersi” ha concluso Zambrano.
 
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