
L’edilizia ripartirà il 27 aprile o il 4 maggio?
NORMATIVA
L’edilizia ripartirà il 27 aprile o il 4 maggio?
Sul tavolo del Governo l’ipotesi di riaprire i cantieri prima degli altri settori. Regioni in pressing, sindacati contrari, imprese della filiera pronte
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del 04/05/2020

23/04/2020 - Riapertura scaglionata, a partire dal 27 aprile o in blocco dal 4 maggio? Sono diverse le ipotesi che si stanno avvicendando in queste ore. La proposta di iniziare a riaprire alcune attività dal 27 aprile, chiesta da alcune Regioni e ventilata dalla task force di Vittorio Colao, ha incontrato alcune perplessità da parte del mondo scientifico e sindacale. Le imprese della filiera delle costruzioni, però, dicono di essere pronte a riaprire in sicurezza, secondo i nuovi protocolli.
La task force Colao ha ipotizzato un’apertura anticipata il 27 aprile invece del 4 maggio, per alcuni settori considerati prioritari, come manifatturiero, il made in Italy, export, settore edile, produzione di macchinari per l'agricoltura.
Su questa ipotesi c’è stata però una frenata. Il mondo scientifico ha consigliato cautela sulle riaperture, quindi è molto probabile che il Governo decida di concedere il via libera alla riapertura solo alle aziende che rispetteranno i protocolli di sicurezza.
La richiesta di anticipare l'apertura al 27 aprile è stata avanzata anche dal Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, che ha sottolineato come molti settori, tra cui l'edilizia, stiano risentendo del blocco.
Ricordiamo che questo protocollo è stato seguito da uno successivo specifico per il settore edile redatto il 24 marzo, seguito da linee guida messe a punto da CNCPT e Ance.
I sindacati hanno però sottolineato che i dispositivi di sicurezza e gli strumenti di screening in settori come quello degli appalti non sono ancora sufficienti per garantire quella condizione. È stato inoltre segnalato il problema di assicurare il distanziamento sociale sui mezzi di trasporto pubblico che saranno utilizzati dai lavoratori.
“Le grandi e piccole imprese della produzione dei materiali da costruzione di arredamento e di finitura, la loro rete di distribuzione, le imprese del settore costruzioni dalle più grandi alle più piccole, insieme ai professionisti della progettazione e alle imprese che producono, commercializzano e noleggiano le macchine e i motori per i cantieri e ne garantiscono l’indispensabile assistenza tecnica, chiedono di ripartire al più presto possibile, già da questa settimana, perché hanno stabilimenti produttivi sicuri adeguati fin da subito alle nuove norme e pronti ad applicare i protocolli di gestione dell’emergenza”.
Le imprese, si legge nella lettera, hanno negozi sicuri e adeguati per tornare a ricevere i clienti nel pieno rispetto di tutte le nuove norme comportamentali, hanno cantieri che possono lavorare in sicurezza grazie al protocollo sottoscritto dalle parti sociali nazionali lo scorso 24 marzo, declinate in norme comportamentali dall’Organismo nazionale bilaterale che si occupa specificamente ed esclusivamente della sicurezza e della salute del lavoro in edilizia.
Nonostante molte imprese affermino di essere pronte a mettersi subito in moto secondo i protocolli di sicurezza, sembra che la maggior parte delle attività ripartirà a partire dal 4 maggio. Da questa data, potrebbero tornare operativi dai 2,7 ai 3,9 milioni di lavoratori. Ad ogni modo, il piano definitivo della fase 2 sarà reso noto entro la fine della settimana.
Ripartenza edilizia, a breve il piano per la fase 2
Ieri il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha avuto un confronto con il comitato tecnico scientifico, i ministri, le Regioni, i Comuni e le parti sociali sul piano per la ripartenza.La task force Colao ha ipotizzato un’apertura anticipata il 27 aprile invece del 4 maggio, per alcuni settori considerati prioritari, come manifatturiero, il made in Italy, export, settore edile, produzione di macchinari per l'agricoltura.
Su questa ipotesi c’è stata però una frenata. Il mondo scientifico ha consigliato cautela sulle riaperture, quindi è molto probabile che il Governo decida di concedere il via libera alla riapertura solo alle aziende che rispetteranno i protocolli di sicurezza.
Fase 2, il Presidente Conte e la linea della massima cautela
Il presidente Conte ha affermato di comprendere le esigenze del mondo imprenditoriale, ma anche che la riapertura deve rispondere al principio della massima cautela. “Non possiamo limitarci a pretendere, da parte della singola impresa, il rispetto del protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro - ha sottolineato - dobbiamo valutare anche i flussi dei lavoratori che la riapertura di questa impresa genera”.Ministro Boccia: ‘ripartono le imprese che garantiscono sicurezza per i lavoratori’
Al termine dell’incontro con il Presidente Conte, il Ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Francesco Boccia, ha commentato la richiesta di riapertura immediata delle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna affermando che “la cosa importante non è riaprire prima, ma bene - e che - ripartono le imprese che garantiscono sicurezza per i lavoratori”.La richiesta di anticipare l'apertura al 27 aprile è stata avanzata anche dal Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, che ha sottolineato come molti settori, tra cui l'edilizia, stiano risentendo del blocco.
Fase 2, sindacati contrari alla riapertura immediata
Secondo Cgil, Cisl e Uil, la riapertura il 27 aprile rappresenta una “strada impercorribile”. Secondo i sindacati, “il Protocollo del 14 marzo deve restare punto di riferimento imprescindibile per garantire la sicurezza dei lavoratori coinvolti, quale condizione necessaria a riprendere la produzione e a dare un futuro al Paese”.Ricordiamo che questo protocollo è stato seguito da uno successivo specifico per il settore edile redatto il 24 marzo, seguito da linee guida messe a punto da CNCPT e Ance.
I sindacati hanno però sottolineato che i dispositivi di sicurezza e gli strumenti di screening in settori come quello degli appalti non sono ancora sufficienti per garantire quella condizione. È stato inoltre segnalato il problema di assicurare il distanziamento sociale sui mezzi di trasporto pubblico che saranno utilizzati dai lavoratori.
Ripartenza edilizia, imprese della filiera: noi siamo pronti
In una lettera inviata al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e ai Presidenti di Camera e Senato, le imprese della filiera delle costruzioni (Angaisa, Federcomated, Federcostruzioni, Federmobili, Fme, Assoposa, Assodimi Assonolo, Harley Dikkinson) hanno dichiarato che oltre 600mila aziende, che impiegano 2 milioni di lavoratori, sono pronte a ripartire in sicurezza.“Le grandi e piccole imprese della produzione dei materiali da costruzione di arredamento e di finitura, la loro rete di distribuzione, le imprese del settore costruzioni dalle più grandi alle più piccole, insieme ai professionisti della progettazione e alle imprese che producono, commercializzano e noleggiano le macchine e i motori per i cantieri e ne garantiscono l’indispensabile assistenza tecnica, chiedono di ripartire al più presto possibile, già da questa settimana, perché hanno stabilimenti produttivi sicuri adeguati fin da subito alle nuove norme e pronti ad applicare i protocolli di gestione dell’emergenza”.
Le imprese, si legge nella lettera, hanno negozi sicuri e adeguati per tornare a ricevere i clienti nel pieno rispetto di tutte le nuove norme comportamentali, hanno cantieri che possono lavorare in sicurezza grazie al protocollo sottoscritto dalle parti sociali nazionali lo scorso 24 marzo, declinate in norme comportamentali dall’Organismo nazionale bilaterale che si occupa specificamente ed esclusivamente della sicurezza e della salute del lavoro in edilizia.
Nonostante molte imprese affermino di essere pronte a mettersi subito in moto secondo i protocolli di sicurezza, sembra che la maggior parte delle attività ripartirà a partire dal 4 maggio. Da questa data, potrebbero tornare operativi dai 2,7 ai 3,9 milioni di lavoratori. Ad ogni modo, il piano definitivo della fase 2 sarà reso noto entro la fine della settimana.