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Rigenerazione urbana, dalla Ragioneria stop al disegno di legge

Rigenerazione urbana, dalla Ragioneria stop al disegno di legge

Le semplificazioni e gli incentivi contenuti nella norma implicherebbero costi per lo Stato e sovrapposizioni con i finanziamenti del PNRR. Ance: 'inaccettabile stop'. Assoimmobiliare: 'tempi certi per l’approvazione'. Oice. 'incomprensibile lo stop'

Vedi Aggiornamento del 12/10/2023
Foto: gregorylee©123RF.com
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di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 12/10/2023
07/03/2022 - Il disegno di legge sulla rigenerazione urbana potrebbe subire un nuovo stop, questa volta definitivo. Il testo, che dopo essere stato fermo in Senato tre anni, aveva ripreso il suo iter, è stato bocciato con "parere negativo" dalla Ragioneria Generale dello Stato perchè provocherebbe costi aggiuntivi per il bilancio dello Stato.
 

Rigenerazione urbana, lo stop della Ragioneria

Il ddl prevede che i Comuni abbassino i canoni per l’occupazione del suolo pubblico connessa alla realizzazione degli interventi di rigenerazione urbana. La Ragioneria sottolinea che gli Enti locali avrebbero diritto a dei ristori per le minori entrate, ma il ddl non prevede una copertura per tali oneri.
 
Bocciati anche gli incentivi e le semplificazioni, pensati per invogliare i privati a realizzare interventi di rigenerazione urbana. Oltre alle procedure più snelle e alle deroghe agli strumenti urbanistici, il ddl prevede l’alleggerimento degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria. La Ragioneria ha quindi chiesto che si escluda la possibilità di nuovi oneri generati dalle minori entrate degli Enti locali.
 
Per gli stessi motivi hanno ricevuto parre contrario anche l’esenzione dall’imposta municipale propria e dalla Tari, così come l’imposta di registro, ipotecaria e catastale agevolata a favore degli immobili interessati da interventi di rigenerazione urbana.
 
Neanche l’estensione dell’ecobonus e del bonus ristrutturazioni agli interventi di rigenerazione urbana ha superato la tagliola della Ragioneria.
 


Parere negativo anche sull’utilizzo esclusivo dei proventi dei titoli abilitativi e delle sanzioni alla realizzazione delle opere di urbanizzazione. Secondo la Ragioneria, sembra che tali risorse non possano più essere utilizzate per la demolizione delle opere abusive. Lo Stato dovrebbe quindi reintegrare il Fondo per le demolizioni e questo rappresenterebbe un ulteriore costo a suo carico.
 
Il parere contrario della Ragioneria colpisce anche la creazione del Fondo nazionale per la rigenerazione urbana, che rischia di sovrapporsi al Fondo per i progetti di rigenerazione urbana e al Fondo per la qualità dell’abitare, istituiti dalla Legge di Bilancio per il 2020, ma anche ai finanziamenti del PNRR.
 

Rigenerazione urbana, Ance: 'inaccettabile stop'

Secondo il il Presidente dell’Ance, Gabriele Buia, "è inconcepibile che il prezioso lavoro venga buttato all’aria in un colpo solo per ragioni che potrebbero essere risolte con un proficuo dialogo interistituzionale. Il parere espresso dalla Ragioneria dello Stato rimette in discussione tutto l'impianto legato alla parte economica, quando è evidente, anche guardando gli esempi europei, che senza un incentivo pubblico non sarà mai possibile realizzare interventi di rigenerazione urbana".

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E’ indispensabile che a breve ci sia un chiarimento - conclude il Presidente dell’Ance - per riprendere il percorso e impedire che il ddl resti bloccato e di conseguenza l’Italia rimanga ancora una volta ferma al secolo scorso”.
 
 

Rigenerazione urbana, Confindustria Assoimmobiliare: 'nuova sintesi e tempi certi per l'approvazione'

Per Silvia Rovere, Presidente di Confindustria Assoimmobiliare, "Il Ddl riconosce al mercato un ruolo nell’ambito della definizione delle politiche pubbliche, affianca all’intervento statale diretto una delega al Governo per una revisione della normativa edilizia e degli standard e destina risorse e misure fiscali a medio termine per sostenere un programma organico di interventi. Tutto ciò è molto apprezzabile".

"Confindustria Assoimmobiliare - continua - ha dato il suo contributo attivo durante il dibattito pubblico e l’iter parlamentare sul tema della rigenerazione urbana, proponendo disposizioni tese a rimuovere i disincentivi, anche di natura fiscale, che oggi frenano l’ingresso di alcuni investitori istituzionali. Auspichiamo - conclude la presidente Rovere - che, nonostante le osservazioni della Ragioneria generale, che abbiamo letto con grande preoccupazione, si possa giungere in tempi certi e ravvicinati a una sintesi positiva, in grado di dare risposta anche ai molti obiettivi green e social contenuti nel PNRR conseguibili solo attraverso una lungimirante e innovativa regolazione della rigenerazione urbana”.
 

Rigenerazione urbana. Oice: 'incomprensibile lo stop'

Secondo il presidente dell'Oice, Gabriele Scicolone, "la nota della Ragioneria lascia veramente perplessi, perché liquida con pochi commenti il lavoro di molti anni compiuto in sede parlamentare".

"Il punto di maggior preoccupazione - continua il consigliere Valter Macchi - non è tanto la visone negativa basata su criteri puramente contabili, ma la non più derogabile necessità di metter mano a tutta la disciplina urbanistica che oggi è regolata da una legge urbanistica del 1942, da un Testo Unico dell’edilizia del 2001 e da un DPR sulla tutela ambientale e dei beni culturali del 2004. Il DDL, giacente al Senato, sul tema della Rigenerazione Urbana che fonda le radici sulla drastica limitazione del consumo del suolo, portando l’Italia al livello dei più diligenti paesi europei, è visto dalla nostra Associazione come l’inizio di un processo di cambiamento della politica urbanistica che, come avvenne dopo il secondo conflitto bellico mondiale, con la legge Urbanistica del 1942, possa guidare in coerenza con i principi di sviluppo urbano, di economia circolare, di freno al consumo del suolo, di energia rinnovabile, di salvaguardia dell’ambiente e dei nostri centri storici, il futuro del nostro territorio. Temi questi che il governo del territorio non può più rimandare ma neanche essere condizionato da una visone ragionieristica della Pianificazione Urbana."
 

 

Rigenerazione urbana, il ddl fermo in Senato

La Ragioneria Generale dello Stato ha espresso, in modo categorico, “parere contrario all’ulteriore corso del provvedimento”.
 
Ricordiamo che il ddl per la rigenerazione urbana all’esame del Senato è quello presentato nel 2020 dal senatore Andrea Ferrazzi e altri, poi unificato con altri ddl a marzo 2021.
 
All’inizio di novembre 2021, per superare lo stallo del dibattito parlamentare, il Ministero per le Infrastrutture e la Mobilità sostenibili ha presentato delle proposte di integrazione al ddl finalizzate a favorire gli interventi privati di rigenerazione urbana e a consentire agli Enti locali di introdurre semplificazioni e incentivi. 
 
Il Ministro Enrico Giovannini, dopo la presentazione del testo, aveva auspicato che potesse essere approvato entro gennaio 2022.
 
Il parere della Ragioneria blocca l’iter del ddl, che per continuare dovrebbe essere sottoposto a diverse revisioni.

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