11/10/2024 - Nel 2023 si è registrata la ripresa nella filiera italiana delle costruzioni: la produzione ha toccato quota 624 miliardi di euro, in aumento di 44 miliardi (+6,9% in valori correnti; +4,2% al netto dell’inflazione settoriale) rispetto al 2022, che a sua volta aveva registrato una buona crescita.
Tra il 2021 e il 2022, la filiera delle costruzioni è stata fondamentale per la ripartenza dell’economia italiana, arrivando a contribuire per quasi la metà, secondo stime governative, alla crescita del PIL nazionale. Nel 2023 bene soprattutto i comparti delle costruzioni in senso stretto, delle macchine edili, dei servizi di ingegneria e dei prodotti in legno.
L’andamento positivo del 2023 è confermato anche dall’occupazione, cresciuta di 76mila unità (+2,5%). In tutto i lavoratori collegati al sistema delle costruzioni ammontano a poco più di 3,1 milioni di unità. Positiva anche la bilancia commerciale, che presenta un surplus di 34 miliardi di euro, a conferma della vocazione all’export di tanti comparti della filiera.
I dati arrivano dal
Rapporto Federcostruzioni, presentato mercoledì durante l’evento inaugurale di ‘SAIE - La Fiera delle Costruzioni: progettazione, edilizia, impianti’, in corso a BolognaFiere fino al 12 ottobre 2024.
Ma quali sono i
dati previsionali per fine 2024? Secondo Federcostruzioni, il bilancio a fine anno non sarà con il segno più. È prevista, infatti, una flessione della produzione del -4,4% in termini reali, su cui pesano soprattutto il
calo negli investimenti in costruzioni, che secondo ANCE sarà pari al -7,4%, ed i costi dell’energia che sono i più alti in Europa (128 euro/Mw/h).
In particolare, secondo Ance, il settore risentirà del mancato apporto della manutenzione straordinaria (-27% su base annua), penalizzata dal
venir meno delle specifiche agevolazioni fiscali (cessione del credito). A crescere sarà solo il comparto delle opere pubbliche, in espansione del +20%, grazie soprattutto all’impatto del PNRR.
“I numeri ci dicono che la filiera delle costruzioni è stata determinante per la crescita del Paese. Oggi però ci troviamo con un quadro fortemente incerto per il futuro dettato da squilibri internazionali che rischiano di pesare negativamente sulla crescita economica e sull’export” - ha affermato la presidente Federcostruzioni, Paola Marone.
“Dobbiamo quindi essere
pronti ad affrontare nuove sfide, come quella della transizione ecologica che ci viene lanciata dalla Ue su cui l’industria delle costruzioni avrà un grande ruolo. Ma non possiamo fare tutto da soli, serve una strategia europea che metta le imprese al centro, puntando, con adeguato supporto, a un incremento di produttività, competitività, formazione, ricerca e intervenendo con urgenza sul costo dell’energia, che è particolarmente penalizzante. Sull’energia si giocherà, infatti, la sfida competitiva del prossimo decennio, per questo occorre una visione di lungo periodo che metta insieme la ricerca sull’efficientamento e la sostituzione dei combustibili fossili con energia rinnovabile, puntando anche alle possibilità dell’energia nucleare di ultima generazione” - ha concluso Marone.
“Oggi ci troviamo insieme a ragionare sulle scelte e le prospettive per i prossimi mesi, con numeri ancora positivi ma non poche preoccupazioni per il futuro - ha dichiarato la presidente Ance, Federica Brancaccio. Ci auguriamo che con la prossima manovra di bilancio non si apra una
stagione di tagli e rigore che andrebbe a penalizzare, come già accaduto in passato, proprio gli investimenti nelle infrastrutture e nella manutenzione del territorio, indispensabili per sanare le fragilità del Paese”.
“Serve inoltre un grande sforzo sul PNRR, garantendo alle imprese che siano pagate nei tempi previsti e con prezzi congrui. E poi
dopo tante polemiche sui bonus edilizi bisogna finalmente sedersi a un tavolo e pensare una misura strutturale che accompagni le famiglie nella riqualificazione energetica e sismica del patrimonio immobiliare” - ha concluso Brancaccio.