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Infrastrutture, nuove misure anticrisi per il settore edile

Infrastrutture, nuove misure anticrisi per il settore edile

Attesa per la fine di febbraio una delibera Cipe su piano costruzioni da 5 miliardi e riparto dei fondi Fas

Vedi Aggiornamento del 10/08/2010
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 10/08/2010
19/02/2009 - Nuove misure anticrisi a sostegno delle costruzioni. Dopo l’ incontro del 12 febbraio scorso tra Ministro per le Infrastrutture e associazioni del settore edile è stato concordato un sistema di ammortizzatori in deroga, che non rappresenta una riforma, ma lo sforzo congiunto di Regioni e Governo per rispondere alla crisi economica in atto.
 
È stata decisa una riunione del Cipe entro la fine del mese per la delibera sul riparto definitivo dei fondi Fas a favore delle aree sottoutilizzate. Il Comitato dovrà riprogrammare i 25.409 milioni della quota nazionale del fondo Fas, che comprende i 7.356 milioni già assegnati al Fondo infrastrutture strategiche (Fondo Matteoli).
 
Il Cipe approverà anche il piano infrastrutture, con 5 miliardi ancora da assegnare, dei quali 1,2 residui della legge obiettivo e 3,7 derivanti dai Fondi Fas, da assegnare per l’85% al Mezzogiorno.
 
Prevista l’attribuzione di circa 27 miliardi per i programmi attuativi regionali e interregionali e di 24.209 milioni ai progetti delle Amministrazioni centrali. Necessario anche l’impegno per l’uso dei fondi comunitari senza vincoli territoriali e per l’allentamento del patto di stabilità a favore delle regioni che hanno avviato interventi anticongiunturali.
 
Il Governo dovrà decidere se continuare a favorire le grandi opere o passare a un piano di piccoli e medi interventi urbani, soluzione auspicata dal presidente dell’Ance Paolo Buzzetti, che ha già convocato per aprile gli stati generali delle costruzioni.
 
Studiate soluzioni anche per le politiche del lavoro e il sostegno ai redditi, misure per cui sarebbero necessari 8 miliardi di euro, dei quali 5350 milioni a carico dello Stato, reperibili dalla Finanziaria 2009 e dal Decreto Legge anticrisi 185/2008 , convertito dalla Legge 2/2009 , e 2650 di provenienza regionale, a valere sui programmi Fse.
 
Finora, lamentano le associazioni, l’Italia ha erogato solo 800 milioni al Mose, 60 all’edilizia scolastica e 40 ai beni culturali di Arcus. Chiesti invece da Ance, Aniem e Finco il rilancio del piano casa e il sostegno all’edilizia eco-compatibile, ma soprattutto pagamenti puntuali da parte delle pubbliche amministrazioni e linee guida per gli incentivi regionali.

Mobilitazione da parte dei sindacati di categoria Feneal-Uil, Filca e Fillea-Cgil, che preoccupati dal calo di fatturato e dalla probabile perdita di 250 mila posti di lavoro nel 2009, propongono azioni tempestive a sostegno della capacità produttiva, come un tavolo di concertazione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Nel comunicato diramato i sindacati propongono il rilancio degli investimenti a partire dal completamento delle opere pubbliche, il potenziamento degli ammortizzatori sociali e la definizione di un piano strutturale contro il disagio abitativo in grado di valorizzare le energie alternative e le imprese che operano rispettando la regolarità contrattuale dei propri dipendenti.
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