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Edilizia, Cnce: 2011 all’insegna della crisi

Edilizia, Cnce: 2011 all’insegna della crisi

Nuovi dati sull’occupazione: ad agosto diminuiti del 9% lavoratori e imprese

Vedi Aggiornamento del 06/03/2012
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08/11/2011 - Il 2011 prosegue all’insegna della crisi per il settore edile. Il numero dei lavoratori e delle aziende attive continua infatti a scendere con il passare dei mesi. Solo ad agosto hanno lavorato 38.940 operai e 8.416 imprese in meno rispetto ad agosto dello scorso anno, per una perdita complessiva di 580.476 ore lavorative.
 
È quanto emerge dai dati dell’Osservatorio nazionale delle Casse Edili della Cnce, la Commissione nazionale delle Casse Edili, presentati questa mattina a Milano in occasione della  presentazione del XIX Rapporto Cresme su Il mercato delle costruzioni 2011-2015, che registra l’inizio della collaborazione con la Cnce.
 
Secondo l’Osservatorio, che raccoglie le informazioni provenienti da 82 province su 110, è diminuito del 9% sia il numero degli operai che quello delle imprese iscritte alle Casse Edili, passati rispettivamente da 429.865 a 390.925 e da 98.543 a 90.127 da agosto 2010 allo stesso mese del 2011. La flessione è stata inferiore per le ore lavorate, che sono scese del 2% passando da 30.027.224 a 29.446.748.
 
È ormai evidente che la perdita si stia assestando su questi valori per l’anno in corso. Si tratta di una forte emorragia per il comparto delle costruzioni, già duramente provato - dichiara Franco Osenga, presidente della Cnce -. In questo contesto aumenta inoltre di giorno in giorno il rischio del lavoro nero, con ripercussioni pesanti per i lavoratori che vengono esposti al pericolo di infortuni e di trattamenti salariali peggiori rispetto a quanto garantito dal contatto nazionale”.
 
Più colpiti il Sud e le Isole. Migliore la situazione al Nord
La crisi ha colpito maggiormente il Sud e le Isole, dove la perdita di posti di lavoro ha toccato picchi del 12-15%. “Il nostro Osservatorio evidenzia un Nord dove ad agosto si è lavorato di più rispetto allo stesso mese del 2010 a differenza che nelle regioni del Centro Sud, dove sicuramente incide una maggiore difficoltà generale del mercato e a cui si aggiungono problemi relativi alla capacità e alla possibilità di spesa da parte delle committenze pubbliche - spiega Osenga -. Il risultato è che nel Mezzogiorno la crisi è più aggressiva determinando un’uscita dal mercato di più di 14.000 lavoratori e di circa 3.000 imprese”.
 
Il calo occupazionale è stato pari all’8% nel Nord Est e al 9% al Centro. In valori assoluti la perdita occupazionale più elevata ha riguardato il Nord Ovest (-6%), con più di 8.000 posti di lavoro e portando alla chiusura di 1.800 aziende. Nel Nord Est sono stati sacrificati 3.700 posti di lavoro e 700 ditte. Al Centro invece 12.000 operai sono rimasti senza impiego e 2.800 imprese sono state costrette a chiudere.
 
Il mercato che evolve
Nella fase recessiva che stiamo vivendo si manifestano già i settori che potranno trainare la ripresa. Come ha evidenziato proprio oggi il Cresme in occasione della presentazione del suo rapporto annuale sul mercato delle costruzioni, riqualificazione, demolizione e ricostruzione, aree dismesse, beni demaniali, periferie, riqualificazione energetica del patrimonio esistente nonché micro riqualificazione sono gli ambiti che caratterizzeranno il prossimo ciclo edilizio.
 
È su questi comparti che occorre puntare per tornare a crescere - commenta il presidente Osenga -. Diventa essenziale però prestare la massima attenzione alla regolarità e alla trasparenza sul piano della competizione e della concorrenza, così come su quello della gestione della mano d’opera e del lavoro in cantiere. Il sistema bilaterale e le parti sociali intendono vigilare e aumentare l’impegno a individuare modalità e strumenti in grado di contrastare fenomeni di irregolarità”.


Fonte: Ufficio stampa Cnce
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