06/03/2012 - 300 mila posti di lavoro persi negli ultimi tre anni, il 30% in meno di investimenti in opere pubbliche, edilizia privata ferma, crescita di irregolarità e illegalità.
Per denunciare la drammatica situazione di crisi del settore delle costruzioni, 30.000 lavoratori edili, provenienti da tutta Italia, sono scesi in piazza sabato scorso a Roma, in una manifestazione unitaria, organizzata dai sindacati degli edili, Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil.
Sul palco, al fianco dei tre segretari di Feneal Antonio Correale, Filca Domenico Pesenti, e Fillea Walter Schiavella, i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil: Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti.
Il Segretario generale Cgil, Susanna Camusso, ha dichiarato: “Il settore delle costruzioni è sempre stato il classico settore anticiclico. Per questo siamo in piazza oggi a chiedere che si riparta con gli investimenti e che ci sia attenzione a questo sistema”. “Questo è un sistema che può anche determinare una diversa qualità dello sviluppo - ha proseguito - perché come si costruisce ha molto a che fare con questioni come il risparmio energetico e la scelta dei materiali. Quindi elementi di innovazione possono partire da questo settore”.
Raffaele Bonanni, Segretario generale Cisl, ha chiesto con forza di rimuovere la “vergogna degli appalti al massimo ribasso, che favoriscono le imprese colluse con la mafia o mafiose”. “Bisogna investire nelle costruzioni - ha detto Bonanni -, il Governo faccia concertazione e ascolti la voce di questo popolo pacifico e laborioso”. Il Segretario generale Uil, Luigi Angeletti, ha sollecitato il Governo a mettere in campo “una politica per la crescita, a partire dal lavoro. Il Governo deve fare una cosa molto semplice: fare ciò che dice. Il 2012 deve essere l'anno della svolta”.
La manifestazione è stata però anche l’occasione per presentare una piattaforma unitaria con le proposte dei sindacati per rilanciare il settore delle costruzioni:
1 modifica del sistema pensionistico: tutele per i lavoratori del settore, in particolare quelli che svolgono lavorazioni particolarmente faticose e gravose;
2 rafforzamento degli ammortizzatori sociali: estensione delle tutele ai lavoratori dell’edilizia, favorendo l’intreccio tra ammortizzatori sociali, formazione e collocamento al lavoro;
3 trasparenza e regolarità del mercato del lavoro: contrasto all’infiltrazione criminale, qualificazione delle imprese attraverso la Patente a punti, Durc per congruità, superamento delle gare al massimo ribasso, revisione del sistema degli appalti;
4 inasprimento del contrasto al caporalato: sanzioni per le imprese che utilizzano manodopera irregolare, tutele per i lavoratori che denunciano i caporali, modifica delle norme sull’immigrazione
5 sblocco dei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione a favore delle imprese edili;
6 disponibilità dei fondi stanziati dal Cipe: aprire subito i cantieri delle opere previste dalle recenti delibere;
7 avvio di un piano straordinario per il Mezzogiorno: ridurre il deficit infrastrutturale, facendo partire le opere ferroviarie interregionali;
8 messa in sicurezza del territorio: interventi per la difesa del territorio dal rischio sismico ed idrogeologico;
9 misure per il rilancio dell’edilizia: procedere allo sblocco selettivo del Patto di stabilità, consentendo agli Enti locali l’avvio di piccole opere. Recupero del patrimonio edilizio pubblico, piani di recupero urbano, valorizzazione dei beni culturali. Rafforzare gli incentivi per la riqualificazione del patrimonio abitativo in senso ecosostenibile, con l’avvio di una politica di “rottamazione programmata e generalizzata degli edifici”;
10 contrattazione territoriale: accelerare la firma dei contratti di II livello, attesi da centinaia di migliaia di lavoratori;
11 politiche industriali mirate a favorire l’innovazione dei prodotti e dei processi industriali per migliorare la competitività delle imprese. Incentivare le aziende che si aggregano per meglio competere sui mercati nazionali ed esteri.
E nelle stesse ore in cui i lavoratori dell’edilizia scendevano in piazza, l’ANCE, Associazione Nazionale dei Costruttori Edili, ha chiesto al Governo la determinazione dello stato di crisi del settore e ha denunciato, in una lettera al Presidente del Consiglio Mario Monti, le difficoltà delle imprese e l’esigenza di un concreto sostegno all’industria delle costruzioni.
Oltre alla perdita di posti di lavoro e al calo degli investimenti pubblici, l’Ance denuncia un fortissimo razionamento del credito verso tutto il settore. Inoltre, la crisi di liquidità delle imprese è accentuata dal problema dei ritardati pagamenti da parte della pubblica amministrazione, che sta mettendo a repentaglio la sopravvivenza di numerose aziende. Anche le misure previste dal Governo per accelerare i pagamenti - secondo l’Ance - stanno trovando ostacoli: l’obbligo di certificazione dei crediti verso gli enti locali è ancora in attesa del decreto attuativo.
L’Ance si dice consapevole della necessità di rigore per consolidare i conti pubblici, ma in questa fase recessiva - afferma - non possono mancare misure per la crescita: rilancio degli investimenti in infrastrutture e provvedimenti di sostegno per l’edilizia privata. Secondo l’Ance però, le scelte finora adottate dal Governo non sembrano andare in questa direzione. La reintroduzione dell’IVA su opzione a tutte le cessioni e locazioni di abitazioni realizzate direttamente da imprese di costruzioni - un provvedimento che scongelerebbe immobili inutilizzati, liberando risorse per nuovi investimenti, e offrirebbe abitazioni in locazione a prezzi calmierati - è stata bocciata dal Ministero dell`Economia.
Sul tema infrastrutture - continua l’Ance -, l’aver garantito, attraverso il Cipe, una dotazione finanziaria a favore delle opere necessarie all’adeguamento del territorio, non è sufficiente a dare certezza sulle risorse che potranno effettivamente essere utilizzate. Dei fondi allocati e riallocati più volte in questi anni, sottolinea l’Ance, solo 4 miliardi risultano disponibili per il 2012. In generale, per l’Ance occorre liberare risorse per l’infrastrutturazione del Paese, per aumentare la competitività e generare sviluppo, e favorire investimenti nella rigenerazione delle città, in grado di aumentarne l’efficienza e la qualità della vita dei cittadini.
Foto tratta da www.fenealuil.it