
Parametri bis, per i tecnici il regolamento è necessario
PROFESSIONE
Parametri bis, per i tecnici il regolamento è necessario
Progettisti: ‘in tutte le simulazioni i parametri risultano inferiori alle vecchie tariffe’
Vedi Aggiornamento
del 13/12/2013
14/02/2013 - “È ormai auspicabile che il DM Parametri bis venga portato avanti in maniera sollecita e tempestiva. Vogliamo che l’iter avviato, caratterizzato da una concertazione continua e dal pronunciamento di numerosi pareri ai quali i professionisti hanno comunque adeguato i contenuti della norma, prosegua verso l’immediata approvazione”.
Non possono più aspettare le categorie tecniche (architetti, ingegneri, agronomi, geologi, periti industriali, periti agrari, geometri, tecnologi alimentari, chimici) e il PAT (Professioni Area Tecnica) e - con una nota congiunta - chiedono con forza di emanare in maniera sollecita il DM Parametri bis, il decreto che disciplinerà i compensi da porre a base delle gare di progettazione dopo l’abolizione dei vecchi minimi tariffari.
A suscitare preoccupazione tra i professionisti è il recente “provvedimento dilatorio dell’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici (leggi tutto) che si va ad aggiungere ad un analogo parere espresso in precedenza dal Consiglio dei Lavori Pubblici (leggi tutto), anch’esso teso sostanzialmente, con censure opinabili, a ritardare l’emanazione di un provvedimento assolutamente urgente ed indifferibile”.
“Se vogliamo creare un sistema basato su parametri certi ed inequivocabili - affermano i rappresentanti delle categorie tecniche -, questo decreto è assolutamente indispensabile. Serve per impedire la discrezionalità, oggi esistente, nella definizione dei compensi e che consente, senza, in pratica, assumersi responsabilità, turbative dei sistemi di affidamento”.
I professionisti dicono no, dunque, all’arbitrarietà dei comportamenti delle pubbliche amministrazioni e respingono anche ogni eventuale rischio legato all’introduzione di parametri che, in alcuni casi, come è stato paventato, potrebbero comportare un aumento dei compensi rispetto alle tariffe stabilite dal DM 4 aprile 2001. Possibilità vietata dal DL liberalizzazioni (DL 1/2012), al quale si rifà il decreto sui compensi professionali.
“Non esiste, in questo senso, alcuna problematica. In realtà - sottolineano i Presidenti - si è dato spazio ad interpretazioni errate che non tengono conto delle differenze e novità della nuova normativa, non automaticamente comparabile con quella precedente, peraltro carente in molti aspetti”.
Le categorie tecniche, un popolo di circa 700mila addetti, premono sull’acceleratore. “Nell’interesse del Paese sollecitiamo gli Uffici legislativi dei Ministeri delle Infrastrutture e della Giustizia a valutare con rapidità e spirito costruttivo il lavoro già svolto e di portarlo a compimento con assoluta urgenza”.
“Le categorie tecniche - conclude la nota - hanno avuto modo di verificare puntualmente che, in tutte le ipotesi declinabili, i parametri risultano sempre inferiori alle abolite tariffe del 2001 e, quindi, sono perfettamente in sintonia con la legge ed adeguate, sia pur senza condividerli, ai pareri espressi. Sui temi della legalità e della correttezza non molleranno e sono pronte a dare battaglia. Il Decreto Parametri bis, in altre parole, deve essere varato”.
Non possono più aspettare le categorie tecniche (architetti, ingegneri, agronomi, geologi, periti industriali, periti agrari, geometri, tecnologi alimentari, chimici) e il PAT (Professioni Area Tecnica) e - con una nota congiunta - chiedono con forza di emanare in maniera sollecita il DM Parametri bis, il decreto che disciplinerà i compensi da porre a base delle gare di progettazione dopo l’abolizione dei vecchi minimi tariffari.
A suscitare preoccupazione tra i professionisti è il recente “provvedimento dilatorio dell’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici (leggi tutto) che si va ad aggiungere ad un analogo parere espresso in precedenza dal Consiglio dei Lavori Pubblici (leggi tutto), anch’esso teso sostanzialmente, con censure opinabili, a ritardare l’emanazione di un provvedimento assolutamente urgente ed indifferibile”.
“Se vogliamo creare un sistema basato su parametri certi ed inequivocabili - affermano i rappresentanti delle categorie tecniche -, questo decreto è assolutamente indispensabile. Serve per impedire la discrezionalità, oggi esistente, nella definizione dei compensi e che consente, senza, in pratica, assumersi responsabilità, turbative dei sistemi di affidamento”.
I professionisti dicono no, dunque, all’arbitrarietà dei comportamenti delle pubbliche amministrazioni e respingono anche ogni eventuale rischio legato all’introduzione di parametri che, in alcuni casi, come è stato paventato, potrebbero comportare un aumento dei compensi rispetto alle tariffe stabilite dal DM 4 aprile 2001. Possibilità vietata dal DL liberalizzazioni (DL 1/2012), al quale si rifà il decreto sui compensi professionali.
“Non esiste, in questo senso, alcuna problematica. In realtà - sottolineano i Presidenti - si è dato spazio ad interpretazioni errate che non tengono conto delle differenze e novità della nuova normativa, non automaticamente comparabile con quella precedente, peraltro carente in molti aspetti”.
Le categorie tecniche, un popolo di circa 700mila addetti, premono sull’acceleratore. “Nell’interesse del Paese sollecitiamo gli Uffici legislativi dei Ministeri delle Infrastrutture e della Giustizia a valutare con rapidità e spirito costruttivo il lavoro già svolto e di portarlo a compimento con assoluta urgenza”.
“Le categorie tecniche - conclude la nota - hanno avuto modo di verificare puntualmente che, in tutte le ipotesi declinabili, i parametri risultano sempre inferiori alle abolite tariffe del 2001 e, quindi, sono perfettamente in sintonia con la legge ed adeguate, sia pur senza condividerli, ai pareri espressi. Sui temi della legalità e della correttezza non molleranno e sono pronte a dare battaglia. Il Decreto Parametri bis, in altre parole, deve essere varato”.