
Codice Appalti, le professioni tecniche chiedono un tavolo col Governo
LAVORI PUBBLICI
Codice Appalti, le professioni tecniche chiedono un tavolo col Governo
Gli architetti insistono sulla centralità della progettazione, in vista del decreto correttivo
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del 14/04/2017

25/07/2016 - Rilanciare la centralità del progetto e risolvere le criticità dei servizi di ingegneria e architettura presenti nel Codice Appalti, costituendo un tavolo di confronto tra professioni tecniche e Ministero delle Infrastrutture.
È la richiesta avanzata dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC) e dalla Rete delle Professioni Tecniche (RPT) dopo l’apertura manifestata dal Governo nei confronti dell’Ance, con cui è già iniziato il dialogo sulla fase transitoria e sui possibili aggiustamenti da apportare al Codice.
Di correzioni gli Architetti e la Rete delle Professioni Tecniche ne propongono diverse, basate soprattutto sul rispetto della Legge delega (Legge 11/2016), i cui principi, sostengono, sono stati disattesi.
Le proposte di modifica, finalizzate a garantire la legalità, l’apertura del mercato e la qualità delle opere pubbliche, sono state riassunte in un documento e inviate al Governo per un esame e un confronto congiunto. Tra quelle di maggiore rilievo c’è l’obbligo di utilizzare il DM Parametri bis per la determinazione dei compensi a base di gara.
Secondo RPT, inoltre, nelle gare di progettazione e nei concorsi di idee, i successivi livelli di progettazione e la direzione dei lavori dovrebbero essere affidati al vincitore e la Stazione Appaltante dovrebbe dare adeguate motivazioni in caso di scelte contrarie a questo principio.
I professionisti tecnici hanno chiesto anche di indicare in modo più preciso che l’incentivo del 2% per i professionisti dipendenti della Pubblica Amministrazione non si applica alle attività di progettazione.
“Abbiamo molto apprezzato il contenuto delle Linee Guida emanate dall’ANAC - ha comunicato il vicepresidente del CNAPPC, Rino La Mendola - che, di fatto, superano buona parte delle criticità emerse in questa prima fase di applicazione del nuovo Codice. Le modifiche che abbiamo chiesto all’Autorità sono finalizzate ad aprire in modo ancora più concreto il mercato alle strutture professionali medio-piccole; siamo consapevoli che le criticità strutturali della norma potranno essere superate solo con un decreto correttivo che riconduca il nuovo Codice dei contratti lungo il percorso proficuamente tracciato con la Legge delega grazie al prezioso lavoro svolto dalle Commissioni parlamentari e dai relatori, Sen. Stefano Esposito e On. Raffaella Mariani”.
È la richiesta avanzata dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC) e dalla Rete delle Professioni Tecniche (RPT) dopo l’apertura manifestata dal Governo nei confronti dell’Ance, con cui è già iniziato il dialogo sulla fase transitoria e sui possibili aggiustamenti da apportare al Codice.
Codice Appalti, il tavolo per il primo correttivo
Obiettivo dei professionisti tecnici è partecipare alla stesura del primo correttivo al Codice Appalti, che dovrà vedere la luce entro il 19 aprile 2017, cioè un anno dopo l’entrata in vigore del nuovo Codice Appalti. Il tempo necessario per valutare l’efficacia della norma e la necessità di eventuali cambiamenti.Di correzioni gli Architetti e la Rete delle Professioni Tecniche ne propongono diverse, basate soprattutto sul rispetto della Legge delega (Legge 11/2016), i cui principi, sostengono, sono stati disattesi.
Le proposte di modifica, finalizzate a garantire la legalità, l’apertura del mercato e la qualità delle opere pubbliche, sono state riassunte in un documento e inviate al Governo per un esame e un confronto congiunto. Tra quelle di maggiore rilievo c’è l’obbligo di utilizzare il DM Parametri bis per la determinazione dei compensi a base di gara.
Secondo RPT, inoltre, nelle gare di progettazione e nei concorsi di idee, i successivi livelli di progettazione e la direzione dei lavori dovrebbero essere affidati al vincitore e la Stazione Appaltante dovrebbe dare adeguate motivazioni in caso di scelte contrarie a questo principio.
I professionisti tecnici hanno chiesto anche di indicare in modo più preciso che l’incentivo del 2% per i professionisti dipendenti della Pubblica Amministrazione non si applica alle attività di progettazione.
Codice Appalti, il parere degli Architetti
Secondo Giuseppe Cappochin, Presidente del CNAPPC, “è indispensabile un intervento correttivo sul nuovo Codice dei contratti al fine di raggiungere concretamente uno degli obiettivi prioritari della legge delega che è quello di rilanciare la centralità del progetto nel processo di realizzazione delle opere pubbliche. Serve rimuovere una serie di criticità che impediscono, di fatto, proprio il rilancio del concorso, lo strumento migliore per esaltare la qualità del progetto e per ridurre il fenomeno delle varianti in corso d’opera e delle opere incompiute. Non è più rinviabile l’apertura da parte del Governo - come già fatto con l’Ance - di un Tavolo di confronto anche con le professioni tecniche proprio per superare le criticità relative ai servizi di architettura e ingegneria”.“Abbiamo molto apprezzato il contenuto delle Linee Guida emanate dall’ANAC - ha comunicato il vicepresidente del CNAPPC, Rino La Mendola - che, di fatto, superano buona parte delle criticità emerse in questa prima fase di applicazione del nuovo Codice. Le modifiche che abbiamo chiesto all’Autorità sono finalizzate ad aprire in modo ancora più concreto il mercato alle strutture professionali medio-piccole; siamo consapevoli che le criticità strutturali della norma potranno essere superate solo con un decreto correttivo che riconduca il nuovo Codice dei contratti lungo il percorso proficuamente tracciato con la Legge delega grazie al prezioso lavoro svolto dalle Commissioni parlamentari e dai relatori, Sen. Stefano Esposito e On. Raffaella Mariani”.