
L’equo compenso a due velocità non convince i professionisti
NORMATIVA
L’equo compenso a due velocità non convince i professionisti
Il Correttivo del Codice Appalti incassa anche il parere negativo dei costruttori, che criticano il sistema di qualificazione
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del 27/02/2025

09/01/2025 - Equo compenso a due velocità e qualificazione Soa solo con lavori eseguiti direttamente. I professionisti e le imprese iniziano ad esprimere i propri pareri sul Correttivo del Codice Appalti, mostrando qualche perplessità sulle novità in vigore.
Il Correttivo detta una disciplina specifica per le gare pubbliche, diversa da quella contenuta nella Legge 49/2023, che Confprofessioni definisce “equo compenso a due velocità”.
La disciplina specifica per le gare pubbliche, infatti, differenzia le modalità per determinare i compensi negli affidamenti diretti, applicabili ai contratti di importo inferiore a 140mila euro, e nelle gare, applicabili ai contratti di importo pari o superiore a 140mila euro.
“Prevedere espliciti criteri di deroga per i pubblici appalti significherebbe indebolire l’affermazione del principio di equità stabilito dalla legge, rischiando di riportare indietro le lancette dell’orologio al tempo in cui era prassi non riconoscere ai professionisti compensi equi”, lamenta in una nota Confprofessioni.
“La disciplina dell’equo compenso - (Legge 49/2023) - è stata più volte erroneamente assimilata a un regime di tariffe minime, ormai abrogato, senza comprendere che essa non costituisce un ostacolo all’accesso al mercato, ma una garanzia di corrispondenza tra qualità della prestazione e corrispettivo nei casi in cui il committente si trovi in posizione dominante”, spiega Confprofessioni.
Il Correttivo stabilisce che le imprese possono ottenere la qualificazione Soa utilizzando solo i lavori svolti direttamente, mentre è vietato utilizzare le lavorazioni eseguite dalle imprese subappaltatrici.
In un’intervista rilasciata a “Il Sole 24 Ore” subito dopo la pubblicazione del Correttivo, la presidente Ance, Federica Brancaccio, ha spiegato che “Non si considera che l’appaltatore si fa carico di tutta l’attività di coordinamento, di responsabilità, di controllo”.
Brancaccio ha affermato che la misura “è un modo per limitare il ricorso al subappalto e secondo me anche dal punto di vista delle indicazioni europee è una previsione che solleva molte perplessità”.
Brancaccio ha sottolineato che, con queste regole, anche i consorzi stabili non potranno qualificarsi nelle gare grazie alle qualificazioni delle proprie imprese perché servirà un avvalimento.
Confprofessioni boccia l’equo compenso a 2 velocità
Confprofessioni ha ribadito la sua contrarietà al modo con cui il Correttivo tenta di assicurare ai professionisti che partecipano alle gare d’appalto un compenso proporzionato alla prestazione resa.Il Correttivo detta una disciplina specifica per le gare pubbliche, diversa da quella contenuta nella Legge 49/2023, che Confprofessioni definisce “equo compenso a due velocità”.
La disciplina specifica per le gare pubbliche, infatti, differenzia le modalità per determinare i compensi negli affidamenti diretti, applicabili ai contratti di importo inferiore a 140mila euro, e nelle gare, applicabili ai contratti di importo pari o superiore a 140mila euro.
“Prevedere espliciti criteri di deroga per i pubblici appalti significherebbe indebolire l’affermazione del principio di equità stabilito dalla legge, rischiando di riportare indietro le lancette dell’orologio al tempo in cui era prassi non riconoscere ai professionisti compensi equi”, lamenta in una nota Confprofessioni.
“La disciplina dell’equo compenso - (Legge 49/2023) - è stata più volte erroneamente assimilata a un regime di tariffe minime, ormai abrogato, senza comprendere che essa non costituisce un ostacolo all’accesso al mercato, ma una garanzia di corrispondenza tra qualità della prestazione e corrispettivo nei casi in cui il committente si trovi in posizione dominante”, spiega Confprofessioni.
Qualificazione Soa solo con lavori svolti direttamente, no di Ance
L’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) si è pronunciata sul sistema di qualificazione Soa.Il Correttivo stabilisce che le imprese possono ottenere la qualificazione Soa utilizzando solo i lavori svolti direttamente, mentre è vietato utilizzare le lavorazioni eseguite dalle imprese subappaltatrici.
In un’intervista rilasciata a “Il Sole 24 Ore” subito dopo la pubblicazione del Correttivo, la presidente Ance, Federica Brancaccio, ha spiegato che “Non si considera che l’appaltatore si fa carico di tutta l’attività di coordinamento, di responsabilità, di controllo”.
Brancaccio ha affermato che la misura “è un modo per limitare il ricorso al subappalto e secondo me anche dal punto di vista delle indicazioni europee è una previsione che solleva molte perplessità”.
Brancaccio ha sottolineato che, con queste regole, anche i consorzi stabili non potranno qualificarsi nelle gare grazie alle qualificazioni delle proprie imprese perché servirà un avvalimento.