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Qualifiche professionali pubblicata direttiva UE

Qualifiche professionali pubblicata direttiva UE

Riconoscimento dei titoli mediante il confronto dei livelli di formazione

Vedi Aggiornamento del 14/06/2018
di Rossella Calabrese
Vedi Aggiornamento del 14/06/2018
07/10/2005 - È stata pubblicata sulla Gazzetta dell’Unione Europea del 30 settembre scorso la direttiva 2005/36/Ce relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali, per facilitare la libera circolazione dei professionisti nell’Unione Europea. La direttiva armonizza e accorpa quindici direttive settoriali per professioni regolamentate (tra cui architetti, medici e dentisti) stabilendo regole omogenee per svolgere nella Ue la professione per la quale si è studiato nel Paese d’origine. Il riconoscimento dei titoli avverrà secondo parametri minimi di formazione: sono fissati cinque livelli di riferimento che corrispondono ad altrettanti cicli di formazione nei diversi Stati membri. Questo sistema consentirà di mettere a confronto le qualifiche dei professionisti che provengono da Paesi diversi. Nell'ambito delle autonomie nazionali ogni governo decide quali sono i livelli di cultura e di formazione minima per l'accesso alle singole professioni e chi deve autorizzarne l'esercizio e controllarne lo svolgimento. Ai fini del reciproco riconoscimento, lo Stato membro ospitante autorizza il professionista che ne ha fatto richiesta sulla base di un attestato di competenza o di un titolo di formazione con livello di qualifica almeno immediatamente anteriore a quello richiesto nel suo Stato di origine. Lo Stato ospitante può, inoltre, richiedere provvedimenti di compensazione, come tirocini o prove, nel caso in cui non ci sia perfetta corrispondenza tra la qualifica conseguita e quella richiesta per la professione. Accordi tra gli Stati potranno far sì che determinate professioni saranno riconosciute in maniera automatica. Relativamente alle prestazioni temporanee, si prevede che il professionista sarà soggetto, nella gran parte dei casi, alla normativa vigente nel Paese nel quale presterà il servizio. Gli Stati membri hanno ora due anni di tempo (fino a settembre 2007) per adeguarsi alla nuova normativa. Relativamente alla situazione italiana, la nuova direttiva si inserisce nella discussione in atto in questi mesi sulla riforma delle professioni: la direttiva europea individua le autorità competenti ad espletare le procedure di riconoscimento delle qualifiche, confermando il ruolo di ordini e collegi ma rendendo necessaria la regolamentazione delle associazioni per quelle professioni oggi non organizzate.
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