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Dopo quello della Puglia arriva il Piano Paesaggistico della Toscana

Dopo quello della Puglia arriva il Piano Paesaggistico della Toscana

Stop alle attività estrattive sopra i 1200 mt, niente più nuove piscine sulla spiaggia e sulle coste solo strutture removibili

Vedi Aggiornamento del 09/10/2017
Dopo quello della Puglia arriva il Piano Paesaggistico della Toscana
di Alessandra Marra
Vedi Aggiornamento del 09/10/2017
31/03/2015 - La Toscana ha approvato venerdì 27 marzo il Piano paesaggistico che regola e tutela cave, spiagge, il territorio agricolo, i boschi, i laghi, i fiumi, i nuclei storici dei paesi le colline e le vette delle montagne.
 
Tra le novità introdotte la cessazione delle attività estrattive sopra i 1200 m di quota entro 6 anni, con l'eccezione di Minucciano e Levigliani (Stazzema), antiche comunità di cavatori aggrappate al marmo e alla sua ricchezza.
 
Inoltre sarà necessaria la verifica della compatibilità paesaggistica per il rilascio delle autorizzazioni per le nuove attività estrattive, per la riattivazione di cave dismesse (solo nei casi previsti dagli strumenti urbanistici comunali), e per ampliamenti (fino al 30% del volume) o varianti di quelle esistenti.
 
Questa norma in particolare aveva suscitato polemiche da parte dai lavoratori delle imprese lapidee che hanno manifestato davanti alla sede Consiglio regionale contro l'approvazione del Piano temendo la perdita posti di lavoro nel settore.
 
Riguardo le polemiche Enrico Rossi, Presidente della Regione ha dichiarato che il piano non blocca l'attività di escavazione ma ne definisce regole nuove. "Questo piano, certo, può dispiacere a chi voleva la chiusura delle cave, così come a chi vorrebbe fare tutto come prima. Eppure le regole aiutano la qualità. E la qualità può costare di più, ma spesso dura di più e rende di più" ha dichiarato Rossi.
 
Il piano mira anche alla salvaguardia delle coste e delle dune che saranno difese e presidiate; sarà impedita anche la realizzazione di nuove piscine sulle spiagge.
 
Inoltre le nuove strutture realizzate entro 300 metri dalla battigia dovranno essere a carattere temporaneo e removibile, tale da garantire il ripristino dei luoghi, senza compromettere l'accessibilità e la fruibilità delle rive.
 
Per evitare l’impermeabilizzazione di nuovo suolo, gli adeguamenti e gli ampliamenti di strutture esistenti (compresi cambi di destinazione d'uso previsti negli strumenti urbanistici) e gli impianti sportivi scoperti, non dovranno interessare gli arenili, le spiagge, le dune fisse e mobili.
 
Inoltre è previsto il recupero di 200 mila ettari di boschi da dedicare alle attività agricole, previa dimostrazione che un tempo erano terreni agricoli.
 
Gli interventi di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente potranno comportare impegno di suolo non edificato a condizione che non determinino un incremento complessivamente maggiore del 10% della superficie coperta dalle strutture edilizie esistenti.
 
Secondo il Presidente Rossi il piano approvato “mette in salvo le bellezze della Toscana nelle trasformazioni economiche e sociali". Rossi ha aggiunto: “Il volto della Toscana è il suo paesaggio. Abbiamo il compito di assicurare lavoro e sviluppo, ma anche il dovere di mantenerlo e tutelarlo. Ho lavorato quattro giorni al ministero e poi tutta la notte scorsa ma ora sono soddisfatto. Il risultato finale è migliore di tutti i lavori parziali fatti finora. Qualcuno ci paragona alla Puglia, ma la Toscana, con tutto il rispetto, è un'altra cosa".
 
Il presidente tiene a puntualizzare il lavoro fatto a tutela del paesaggio toscano nell’ultimo periodo, come il blocco di consumo di suolo e il divieto di costruire in tutte le aree ad alto rischio idraulico (il 7% del territorio pianeggiante), oltre alla numerose azioni di tutela, rigenerazione e riqualificazione del patrimonio paesaggistico toscano.
 
Inoltre aggiunge: "Siamo la prima regione che può approvare un piano del paesaggio in consiglio regionale perché anche la Puglia, l'unica regione finora dotata di un piano, lo ha approvato senza un voto in consiglio regionale. Noi lo facciamo attraverso un dibattito ampio e difficile in consiglio, confrontandoci con posizioni diverse anche all'interno della stessa maggioranza, come è giusto che sia, perché il paesaggio è tema davvero trasversale, basti pensare che per anni ha avuto come punto di riferimento la legge Bottai del 1939".

Dopo l’approvazione del piano l’assessore all’urbanistica Anna Marson si è espressa così: “Nel caso del piano paesaggistico le “imboscate” non sono derivate da un conflitto fra ambiente e sviluppo, come molti hanno sostenuto, ma tra interessi collettivi e interessi privati. Ciò è testimoniato dal fatto che chi si è mosso a difesa del piano, come le associazioni ambientali e culturali, e molti autorevoli studiosi, non rappresenta in questa vicenda interessi particolari o privati. Mentre tutti coloro che a vario titolo hanno sollevato richieste di modifiche del piano l’hanno fatto mossi da interessi privati finalizzati al profitto, mascherato da occupazione e sviluppo”.
 
“Spero tuttavia che l’alto livello di mobilitazione attivatosi a livello regionale e nazionale intorno a questo piano e all’allarme sul rischio del suo annullamento, serva a mantenere alta l’attenzione intorno all’interpretazione che quotidianamente, nei giorni e negli anni a venire, sarà data del piano stesso e dei suoi contenuti” ha concluso la Marson.
 
Angela Barbanente, assessore alla Qualità del Territorio, si è congratulata con la sua omologa toscana."Mi complimento con la collega Anna Marson per l’approvazione del piano paesaggistico della Toscana, uno strumento che, con il piano paesaggistico approvato lo scorso 16 febbraio dalla Regione Puglia, condivide la prospettiva di perseguire un diverso modello di sviluppo, fondato sulla salvaguardia, valorizzazione e riqualificazione del patrimonio paesaggistico per garantire un futuro socioeconomico sostenibile e durevole alla comunità regionale".

"La tensione innovatrice che ha ispirato entrambi i piani e l’impegno, la passione e la tenacia di tanti soggetti individuali e collettivi che ne hanno consentito l’approvazione non dovranno allentarsi nella fase attuativa. Le difficoltà incontrate nella fase di approvazione dei piani dimostrano, infatti, che le resistenze al cambiamento sono ancora tante e particolarmente insidiose, nonostante le sempre più frequenti crisi ambientali e la perdurante crisi economica, entrambe figlie di vecchi modelli di sviluppo insostenibile" ha dichiarato la Barbanente.
 
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