28/08/2017 - Nonostante un’inversione di tendenza (in positivo) rispetto agli anni passati nella lotta contro le ecomafie, l’abusivismo edilizio non si arresta in Italia: nel 2016 sono 17mila i nuovi immobili abusivi.
È quanto emerge nella sintesi di Legambiente al volume
Ecomafia 2017, edito da Edizioni Ambiente con il sostegno di Cobat e Novamont e presentato lo scorso 3 luglio, che raccoglie i numeri delle illegalità ambientali e fa il punto sui risultati che si stanno ottenendo in maniera sempre più sistematica grazie alla
Legge sugli ecoreati.
Abusivismo edilizio
Il fenomeno dell’abusivismo edilizio continua a dilagare in tutta la Penisola con
17mila nuovi immobili abusivi nel 2016.
Secondo il Cresme, tra costruzioni ex novo e ampliamenti significativi, in Italia si arrivano a realizzare più di 20mila case abusive ogni anno. Legambiente fa notare che “
una casa abusiva può costare anche la metà di una costruzione in regola, visto che tutta la filiera ha un prezzo ridotto: i materiali acquistati in nero, la manodopera pagata in nero, zero spese alla voce sicurezza del cantiere”.
Il fenomeno, quindi,
si lega a doppio filo alle cave fuorilegge, alla movimentazione terra e al calcestruzzo e alle imprese dei clan. All’abusivismo edilizio Legambiente ha dedicato una campagna permanente (
Abbatti l'abuso) che ha l’obiettivo di liberare il Paese dalle case illegali.
Ecoreati: i dati positivi
A due anni dall’entrata in vigore della legge sugli ecoreati, nel complesso diminuiscono gli illeciti ambientali e il fatturato delle attività criminali contro l’ambiente: nel 2016 i reati ambientali accertati delle forze dell’ordine e dalla Capitaneria di porto sono passati da 27.745 del 2015 a 25.889 nel 2016, con
una flessione del 7%.
Cresce, invece, il numero degli arresti 225 (contro i 188 del 2015), di denunce 28.818 (a fronte delle 24.623 della precedente edizione di Ecomafia) e di sequestri 7.277 (nel 2015 erano stati 7.055), a testimoniare una sempre maggiore efficacia dell’azione investigativa e repressiva.
Inoltre, nel 2016 il fatturato delle ecomafie scende a 13 miliardi registrando un
- 32% rispetto allo scorso anno, dovuto soprattutto alla riduzione della spesa pubblica per opere infrastrutturali nelle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso e al lento ridimensionamento del mercato illegale.