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Legambiente: ‘il vecchio abusivismo sopravvive alle demolizioni’

Legambiente: ‘il vecchio abusivismo sopravvive alle demolizioni’

Dossier Mare Monstrum 2017: la cementificazione illegale delle coste si concentra in Campania, Puglia e Calabria

Vedi Aggiornamento del 05/09/2023
Legambiente: ‘il vecchio abusivismo sopravvive alle demolizioni’
di Alessandra Marra
Vedi Aggiornamento del 05/09/2023
20/06/2017 - La cementificazione illegale delle coste si concentra nella regioni del Sud, in particolare in Campania, Puglia e Calabria. A sfregiare le coste è soprattutto il ‘vecchio abusivismo’ che sopravvive da anni alle demolizioni.
 
Questi alcuni dati emersi dal dossier ‘Mare Monstrum 2017’ di Legambiente, basato sul lavoro delle Forze dell'ordine e delle Capitanerie di porto, che racconta in numeri e classifiche l’illegalità ai danni del mare.
 

Cementificazione delle coste

Secondo il dossier, il numero dei reati contestati cala di un significativo -16% rispetto all’anno precedente e scende ancora di più il numero dei sequestri, che segna -18,6%. Tuttavia permangono situazioni di cementificazioni sulle coste mai sanate.
 
In testa alla classifica dell’illegalità nel ciclo del cemento costiero è sempre la Campania, con 764 infrazioni accertate, il 20,3% del totale dei reati. Al secondo posto si piazza la Puglia, con 445 infrazioni (l’11,8%), che lo scorso anno era quinta, al terzo la Calabria che, con 411 infrazioni (il 10,9%) scende di una posizione, e al quarto il Lazio, che, con 375 reati contestati, totalizza il 10% del totale. La Sicilia, quarta lo scorso anno, scivola all’ottavo posto, con il 5,6% dei reati nazionali.
 
Secondo Legambiente, a “sfregiare la costa è soprattutto il ‘vecchio abusivismo’ che da decenni sopravvive alle demolizioni, quello delle seconde case in riva al mare che godono delle particolari attenzioni dei politici, locali e nazionali, sempre attenti a impedire che arrivino le ruspe”.
 
Per l’associazione ambientalista “l’abbattimento delle costruzioni fuorilegge è la migliore cura preventiva contro il vecchio e nuovo abusivismo”.
 
“Un caso positivo c’è - afferma Legambiente -, si chiama Licata (Ag) e lo abbiamo raccontato nelle pagine del Rapporto Ecomafia. Qui, il Comune, ha deciso di intervenire cominciando ad abbattere le case non sanabili entro i 150 metri dal mare. È avvenuto il finimondo, sindaco e capo dell’ufficio tecnico sono finiti sotto scorta per gli attentati subiti, ma 49 villette in un anno sono venute giù”.
 

Ecomostri 2017

Proprio sulla costa da alcuni anni Legambiente ha individuato gli scempi esemplari, quelli che in virtù della loro storia, del loro impatto sul territorio e della loro forza simbolica rappresentano meglio di altri la devastazione illegale e impunita dell’abusivismo edilizio. Sono gli ecomostri della Top 5 di “Mare Monstrum”, alberghi o villaggi in riva al mare, di cui Legambiente chiede ai Comuni e alle istituzioni nazionali l’abbattimento in via preferenziale.
 
Quest’anno, la cinquina si è ridotta a quattro casi, perché nel dicembre del 2016 è stato abbattuto anche lo scheletro dell’albergo Aloha Mare, ad Acireale, in provincia di Catania.
 
Ecco dunque il poker del 2017: gli scheletri di Pizzo Sella a Palermo, il villaggio di Torre Mileto a Lesina in provincia di Foggia, le 35 ville nell’area archeologica di Capo Colonna, a Crotone, e le case abusive dell’Isola di Ischia.
 

Il dossier ‘Mare Monstrum 2017’ e Goletta Verde

Anche quest’anno la Goletta Verde di Legambiente viaggerà - dal 18 giugno al 12 agosto - lungo le coste italiane per monitorare la qualità delle acque marine, denunciare le illegalità ambientali, l’inquinamento, la scarsa e inefficiente depurazione dei reflui, le trivellazioni di petrolio, le speculazioni edilizie e la cattiva gestione delle coste italiane.
 
Dal dossier emerge che, grazie alla forza deterrente della Legge sugli ecoreati, nel 2016 le infrazioni a danno del mare sono diminuite del 15%, ma la cifra è comunque pari a 43 reati al giorno: i reati più contestati e in crescita rispetto all’anno precedente sono l’insufficiente depurazione e gli scarichi inquinanti (31,7% delle infrazioni contestate), seguiti da pesca illegale (30%), il cemento selvaggio (24%) e la navigazione fuorilegge (14,3%).
 
Il lieve calo dei reati ai danni del mare registrato nel 2016, in parte dovuto anche alla forza dissuasiva della legge sugli ecoreati - dichiara Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente -, lascia ben sperare ma c’è ancora molto da fare sia contro il cemento e gli abusi edilizi a partire dall’approvazione della legge che faciliti gli abbattimenti degli ecomostri”.
 
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