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Solar Decathlon, primo posto all’italiano RhOME for denCity

Solar Decathlon, primo posto all’italiano RhOME for denCity

Riqualificazione delle periferie con quartieri di social housing low cost ed efficienti

Vedi Aggiornamento del 31/03/2017
di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 31/03/2017
15/07/2014 - È l’italiano RhOME for denCity il progetto vincitore di Solar Decathlon Europe 2014, la competizione per la realizzazione di abitazioni alimentate dall’energia solare che si è svolta a Parigi, nei giardini della reggia di Versailles.
 
L’idea, nata per riqualificare le periferie degradate attraverso la realizzazione di quartieri di social housing low cost, altamente performanti ed efficienti dal punto di vista energetico e sociale, ha battuto con 840,63 punti altri diciannove team provenienti da tutto il mondo.
 
A guidare la realizzazione del progetto sono stati i prof Chiara Tonelli e Stefano Converso del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre e Michele Caltabiano come student team leader.
 
L’idea portata al Solar Decathlon nasce dal problema del sovrappopolamento delle città, che è causa di degrado. Il progetto, pensato per le aree urbane di Roma, tenta di fornire un modello di insediamento replicabile anche altrove perseguendo l’idea della Smart City.
 
La casa che secondo il team vincitore risponde a queste esigenze è dotata di un sistema di costruzione a secco, leggero e veloce da assemblare, efficiente dal punto di vista energetico. La struttura coinvolge lavoratori specializzati in fase di produzione in fabbrica per i componenti tecnologicamente avanzati, al fine di rendere più facile e veloce l’assemblaggio. L’efficienza energetica deriva dalla combinazione di strategie attive e passive, ma anche dal fatto che la casa fornisce informazioni su come consumare meno energia. Allo stesso tempo, una serie di cicli di riutilizzo dei materiali minimizza l’impatto degli interventi.
 
Come caso studio è stata presa in considerazione la zona tra Via di Torre del Fiscale, Via Appia Nuova e l’acquedotto Felice a Roma. Dopo una classificazione dei singoli edifici e delle caratteristiche dei lotti, per valutare le demolizioni da effettuare, gli edifici di una certa qualità architettonica sono stati conservati e integrati nel nuovo quartiere. Le residenze con scarsa peculiarità ed in posizione non conforme ai vincoli paesaggistici sono state demolite, mentre sono stati ripristinati gli edifici considerati essenziali per il quartiere.
 
La struttura dell’edificio presentato alla competizione è concepita in modo da consentire la massima flessibilità ed in particolare la possibilità di modificare e far crescere l’alloggio a seconda delle esigenze familiare. Si tratta di una casa temporanea, pensata per un target di single, precari, giovani coppie e anziani.
 
Dal momento che uno dei principali problemi tipici del clima di Roma è rappresentato dal caldo estivo, così si ricorre ad una serie di strategie passive come ad esempio la morfologia strategica della casa, la progettazione dell’involucro edilizio, l’ombreggiamento estivo attraverso le logge, l’inerzia termica garantita da masse termiche naturali e la ventilazione naturale, ottenuta tramite apposite aperture.
 
Il sistema strutturale dell’aggregato urbano è costituito da un primo piano in cemento armato che sostiene gli ulteriori quattro piani e la copertura in legno leggero, realizzato con la tecnologia di telaio - muro (Platform Frame). Il primo piano in calcestruzzo armato è formato da un nucleo centrale costituito da pareti strutturali a cui è bloccato un reticolo strutturale di travi 3D, sempre in cemento armato, che governano non solo il primo solaio (parzialmente prefabbricato in cemento armato), ma anche il resto della costruzione.

La fondazione deve permettere di non interferire con il patrimonio archeologico e rende il terreno attorno all’edificio più permeabile possibile. Le travi del reticolo strutturale del primo piano sono caratterizzate da sezioni variabili, che permettono alle sollecitazioni maggiori dovute ai carichi verticali di essere spostate nel core e soddisfano i principi dell’architettura di progetto, limitando l’altezza delle travi perimetrali e definendo una sorta di  “vassoio” strutturale che contiene l’edificio. La scelta della  tipologia strutturale telaio - muro (Platform Frame) è motivata da una attenzione per la sostenibilità, leggerezza e rapidità di installazione.
 
Per limitare i consumi di energia, Rhome segue il protocollo Active House, che mette insieme Ambiente, Produzione di Energia e Comfort per progettare edifici che, ottimizzando il comfort termico e luminoso, riducono al minimo il consumo di energia. 
 
Il trasporto degli elementi costruttivi è avvenuto tramite un modello misto che utilizza camion e treno. Per l’assemblaggio sono stati necessari cinque giorni, più le lavorazioni interne e il posizionamento dei mobili.
 
Oltre al primo premio assoluto, il progetto RhOME for denCity si è aggiudicato altri risultati:
- Secondo premio in Social Housing (premio CECODHAS- extra contest competition)
- Primo premio in Social Housing per le nuove costruzioni (premio CECODHAS - extra contest competition)
- Primo premio in Lighting design (extra contest competition)
- Secondo premio in Architettura
- Primo premio in Funzionamento della casa
- Secondo premio in Condizioni di Comfort
- Terzo premio in Innovazione.



 
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