14/12/2018 - In Italia la maggioranza degli edifici è stata costruita prima dell’entrata in vigore della normativa in materia di efficienza energetica; solo il 6% è in classe energetica A (la migliore) mentre il 39% è in classe G (la peggiore). Per migliorare la situazione sarebbe necessario riqualificare almeno 30 mila edifici all’anno.
Questi alcuni dati emersi dal monitoraggio di Legambiente in
Civico 5.0, la campagna nazionale di studio e informazione dell’associazione ambientalista che ha monitorato 22 condomini in 12 regioni e coinvolto 36 famiglie.
Condomini ‘colabrodo’: il monitoraggio di Legambiente
Dal monitoraggio di Civico 5.0 è emerso che il patrimonio edilizio esistente è costituito soprattutto da '
case colabrodo' (disperdono energia termica d’inverno e si surriscaldano d’estate),
energivore, poco green e costruite nel dopoguerra con materiali e tecniche che avevano una scarsa attenzione all'efficienza dei sistemi di riscaldamento.
Dalle ispezioni termografiche esterne, è emerso che tutti gli edifici monitorati presentano un comportamento termico complessivamente non efficiente. Le superfici verticali e orizzontali sono caratterizzate da
debole tenuta termica, così come infissi e serramenti. L’eterogenea distribuzione delle temperature superficiali è dovuta a:
mancanza di adeguato isolamento;
ponti termici non chiusi, dispersioni presso i punti di connessione tra elementi portanti (travi e pilastri) e le superfici di tamponamento, ecc.
Nel
39% dei casi la classe energetica è la peggiore
(classe G) e solo nel 6% dei casi è la migliore (classe A). Inoltre, nel 28% delle abitazioni sono stati rinvenuti problemi di umidità e nel 6% formazioni di muffa ad essa correlata. Il 56% delle famiglie intervistate, inoltre, non è a conoscenza della classe energetica del proprio immobile.
Il sistema di distribuzione del calore più diffuso nei condomini monitorati è quello centralizzato. Quasi il
60% delle abitazioni è risultato sprovvisto di termostato ambiente, il
42% non ha valvole termostatiche ma nel 53% delle abitazioni sono presenti i sistemi di contabilizzazione del calore (ripartitori).
La caldaia a condensazione è usata da 6 famiglie su 36 (17%), la pompa di calore da 5 su 36 (14%) e in
un solo caso su 36 è usata una fonte rinnovabile (solare termico per produzione di ACS).
Dal monitoraggio dei
consumi energetici degli elettrodomestici è emerso che, escluso lo scaldabagno elettrico (apparecchio notoriamente energivoro, ma poco diffuso), i principali poli di consumo domestico, per incidenza media sulla bolletta elettrica, risultano: i frigoriferi (31%), i forni e le lavatrici (15%), la climatizzazione estiva-invernale (13%).
Riqualificazione energetica condomini: le proposte di Legambiente
Per Legambiente, se si vogliono ridurre i consumi energetici, è fondamentale affrontare il problema del consumo degli edifici attraverso seri interventi di riqualificazione e di
efficientamento energetico al ritmo di
30mila condomini all’anno entro il 2030, partendo da quelli con maggiori problemi di efficienza energetica.
In questo modo si potrebbero raggiungere importanti risultati: risparmi in bolletta per le famiglie, minori emissioni in atmosfera,
incremento dei valori immobiliari (stimati da vari studi in un range compreso tra il 5 e il 15% per abitazioni ristrutturate con standard energetici e ambientali) e
creazione di nuovi posti di lavoro.
Legambiente ha ribadito anche l’importanza di
definire una regia nazionale per lo scenario della riqualificazione del patrimonio edilizio, di legare gli incentivi al miglioramento delle prestazioni energetiche e antisismiche di interi edifici e di garantire controlli e sanzioni per le certificazioni energetiche e la sicurezza antisismica per arrivare ad avere un libretto unico del fabbricato per ogni edificio.
"È fondamentale - spiega Katiuscia Eroe, responsabile ufficio energia Legambiente - fare un salto di qualità e quantità degli interventi di riqualificazione energetica dei condomini, per ridurre i consumi energetici, per riuscire davvero ad aiutare le famiglie a vivere meglio e spendere meno, oltre che a ridurre le emissioni di gas serra di cui il Pianeta ha fortemente bisogno. Il nostro Paese negli ultimi anni ha introdotto alcuni strumenti di intervento importanti per la riqualificazione degli edifici, oltre a quelli di ristrutturazione degli alloggi, e in particolare
l'Ecobonus e il Sismabonus per i condomini. Il problema è che manca una chiara strategia per legare gli incentivi alle prestazioni raggiunte con gli interventi. Per queste ragioni dobbiamo fissare un obiettivo di interventi da realizzare entro il 2030, da far rientrare nel Piano energia e clima che il nostro Paese dovrà approvare nel 2019”.
“La sfida che Legambiente lancia - aggiunge Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente - è quella di
riqualificare almeno il 50% degli edifici condominiali, con maggiori problemi di efficienza energetica,
entro il 2030. L’obiettivo è di riuscire a
garantire la continuità degli incentivi degli Ecobonus fino a quella data, in modo che le imprese abbiano certezze sulla prospettiva, e di stabilire un obiettivo prestazionale minimo per cui i condomini raggiungano almeno la Classe B di certificazione energetica e comunque una riduzione di almeno il 50% dei consumi per riscaldamento e raffrescamento".
“Interventi di questo tipo, proprio perché permettono di ridurre i consumi energetici degli edifici, vanno esattamente nella direzione richiesta dall'Unione europea con gli obiettivi da raggiungere al 2030 di riduzione delle emissioni di CO2 e che l'Italia dovrà fissare il prossimo anno nel piano energia e clima da inviare a Bruxelles. Non dimentichiamo che la sfida della riqualificazione dei condomini è stata già intrapresa in Germania ed Olanda, dove sono stati introdotti programmi di questo tipo con l’obiettivo di realizzare la riqualificazione globale di edifici residenziali più datati e meno efficienti, ma soprattutto con tempi di realizzazione sempre più brevi e un risparmio sensibile dei costi” ha concluso Zanchini.