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Distanze tra edifici, Cassazione: si misurano in modo lineare e non radiale

Distanze tra edifici, Cassazione: si misurano in modo lineare e non radiale

Ma intanto con lo Sblocca Cantieri il panorama normativo sta per cambiare nel nome della rigenerazione urbana

Vedi Aggiornamento del 29/07/2024
Foto: Rudmer Zwerver ©123RF.com
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di Paola Mammarella
Vedi Aggiornamento del 29/07/2024
07/05/2019 - Le distanze tra edifici si misurano in modo lineare e non radiale, come invece accade per le distanze rispetto alle vedute. Lo ha spiegato la Cassazione con la sentenza 10580/2019.
 
I giudici hanno chiuso con questo parere un caso iniziato qualche anno fa alla luce delle norme al momento in vigore. La decisione è stata presa a settembre 2018, anche se poi la pubblicazione è avvenuta nei giorni scorsi.
 
Bisogna considerare che la normativa sulle distanze sta cambiando. Il decreto Sblocca Cantieri, ora in fase di conversione in legge, prevede infatti una serie di novità.
 

Distanze tra edifici: si misurano in modo lineare

I giudici hanno ricordato che, in base all’articolo 873 del Codice Civile, le distanze tra edifici non possono essere minori di 3 metri. Questo per impedire la formazione di intercapedini nocive.
 
La norma va applicata nel caso in cui i due fabbricati, sorgenti da bande opposte rispetto alla linea di confine, si fronteggino anche in minima parte, cioè nel caso in cui, immaginando di farli avanzare in linea retta verso il confine, i due edifici si incontrino almeno in un punto.
 
I regolamenti locali, hanno aggiunto i giudici, possono prevedere distanze maggiori. Quello che non possono fare è cambiare il metodo di calcolo delle distanze, che deve essere effettuato sempre col metodo lineare.
 
Nel caso esaminato, i proprietari di un immobile avevano convenuto in giudizio una società che stava realizzando un immobile violando le norme sulle distanze stabilite dal piano regolatore. Il tribunale in primo grado aveva accolto la domanda, imponendo alla società di demolire parte del fabbricato realizzato.
 
La Cassazione ha ribaltato la situazione dopo aver rilevato che il piano regolatore prevedeva il calcolo delle distanze col metodo radiale. I giudici hanno annullato la sentenza e rimesso la questione alla Corte d’Appello competente.
 
Ricordiamo che la distanza lineare misura il distacco tra le facciate di due edifici e si ottiene tracciando una linea perpendicolare alla facciata di un edificio che arriva a toccare l'altro fabbricato. La distanza radiale rappresenta la distanza minima tra i due edifici e la si ottiene congiungendo i punti più vicini dei due edifici. Se gli edifici sono disposti in modo parallelo, la distanza lineare coincide con la radiale. In caso contrario, la distanza radiale è sempre minore di quella lineare.

Due edifici non paralleli possono risultare distanti 3 metri calcolando la distanza col metodo lineare, ma la distanza radiale sarà minore. Imporre una distanza radiale di 3 metri significherebbe far arretrare uno dei due fabbricati. Il metodo di calcolo radiale è quindi più restrittivo.

Tornando al caso esaminato dai giudici, la distanza tra i due fabbricati risultava inferiore a 3 metri perchè calcolata col metodo radiale. Calcolandola col metodo lineare, invece, la Cassazione ha evinto che non stava violando nessuna normativa.
 

Distanze e rigenerazione urbana, con lo Sblocca Cantieri si cambia

A sparigliare le carte sulle distanze tra edifici è arrivato il decreto Sblocca Cantieri (DL 32/2019) che prevede una serie di modifiche alle norme vigenti, pensate con l’obiettivo di rendere più agevole la realizzazione dei lavori.
 
Il testo prevede per Regioni e Province l’obbligo (non più la facoltà) di introdurre deroghe al DM 1444/1968 in materia di limiti di densità edilizia, altezza e distanza tra fabbricati, e deroghe in materia di standard urbanistici.
 
L’obiettivo dichiarato dallo Sblocca cantieri è favorire la riduzione del consumo di suolo, la rigenerazione del patrimonio edilizio, la riqualificazione delle aree degradate o con presenza di tessuti edilizi disorganici o incompiuti o di edifici a destinazione non residenziale dismessi o da rilocalizzare.
 
Secondo lo Sblocca cantieri, nelle demolizioni e ricostruzioni si dovranno invece rispettare le distanze preesistenti.
 
C’è da chiedersi ora in che misura agiranno le deroghe, cioè se sarà possibile incidere anche sul metodo di calcolo delle distanze. Una possibilità che finora la giurisprudenza ha negato in modo pressoché unanime.
 
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